DigitaLife arriva a Roma, martedì 22 gennaio Cinema Trevi
DigitaLife, un racconto collettivo – oltre 50 storie – di persone a cui Internet ha realmente cambiato la vita.
Roma – Il film si apre con una sequenza rapida come una mini storia centrata sul pane. Questo prodotto, alla base di ogni nostra dieta alimentare, è simbolo di tante trasformazioni a partire dal campo di grano, alle farine fino a come arriva sulle nostre tavole dopo la lavorazione. Oggi tutto corre attraverso il digitale, ma alla fine al centro della vita c’è l’energia, ci sono le vite delle persone che lavorano e condividono i cambiamenti che viviamo.
Stiamo parlando di DigitaLife, un docufilm prodotto da Varese Web Srl in coproduzione con Rai Cinema e Fondazione Ente dello Spettacolo, diretto da Francesco G. Raganato.
DigitaLife, realizzato in due anni di lavorazione, è un racconto collettivo – oltre 50 storie – che tocca diversi argomenti: la nascita di internet, la perdita di una persona cara, il mondo del lavoro in evoluzione, la rinascita dopo una crisi, la ricerca di una felicità perduta, la possibilità di socializzare, viaggiare, condividere esperienze ed emozioni. Ma anche il terrorismo, il mondo dell’informazione, il cyberbullismo. Il tutto con una visione di speranza nel futuro. DigitaLife è un film che racconta un mondo fatto di connessioni, condivisioni e vita.
Unica data romana – ad ingresso libero e gratuito – ci sarà il 22 gennaio 2019 alle 19:30 presso il Cinema Trevi, vicolo del Puttarello 25. Sul palco saliranno il regista Francesco Raganato, il produttore e direttore di Varesenews Marco Giovannelli, Don Davide Milani, Presidente della Fondazione ente dello spettacolo, Manuel Sgarella, sceneggiatore. Alla serata sarà presente anche il sottosegretario al ministero dell’Interno Stefano Candiani.
DigitaLife racconta la storia di tante persone a cui Internet ha realmente cambiato la vita. E non sempre in positivo. Il film non ha paura di trattare temi scomodi e complessi come il cyberbullismo, la malattia, la morte, la sconfitta, perché comunque sono parte della vita.
Attraverso tanti racconti, anche grazie ad alcune storie forti che sono il collante ricorrente nella pellicola, si compone un puzzle che dura un’ora e dieci minuti. Da non perdere.