L’intervento del sindaco di Fiumicino: “Non dobbiamo confondere il rifiuto alla localizzazione di nuovi campi nomadi con il razzismoâ€
Il Faro on line – Nel Comune di Fiumicino non ci sono aree disponibili ad accogliere nuovi campi rom. A Pomezia, la questione della sicurezza sarebbe aggravata dall’arrivo di nuovi insediamenti. Nel XX municipio, teatro dell’aggressione di Giovanna Reggiani, i residenti si oppongono all’arrivo di nuovi nomadi, e la stessa cosa a Settecamini, nel IV municipio, dove i cittadini hanno più volte manifestato contro l’apertura di un campo rom nel loro quartiere.
Queste alcune delle posizioni espresse da sindaci dei comuni della Provincia di Roma e presidenti dei municipi della capitale che oggi, a Palazzo Valentini, si sono riuniti in un incontro con il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Intento della riunione e’ quello di sondare la disponibilità di sindaci e minisindaci ad accogliere sul proprio territorio insediamenti di nomadi. Richiesta avanzata dal prefetto prima delle feste natalizie e alla quale, al momento, non sembrano corrispondere risposte positive.
“Non dobbiamo confondere il rifiuto alla localizzazione di nuovi campi rom con il razzismo – dice il sindaco di Fiumicino Mario Canapini – non discriminiamo nessuno, ma non possiamo far finta che non esistano problemi di sicurezza. Finche’ il Governo non garantisce migliori condizioni di sicurezza dei territori, qualunque disponibilita’ dei sindaci ad accogliere campi rom sarebbe contestata dai residenti che attuano un’equazione nomadi uguale microcriminalita’”. La richiesta di Canapini, in questo senso, e’ quella di “aumentare il numero delle forze dell’ordine sui territori per garantire maggiori controlli e sicurezza. Dopodiche’ possiamo parlare anche di rom”. Canapini ha ricordato che nel Comune di Fiumicino i residenti sono saliti da 36mila a 67mila e, nello stesso periodo, gli agenti della Polizia di Stato sul territorio sono scesi da 100 unita’ a 70. “In pratica,
aumentano i residenti e diminuiscono le forze dell’ordine”. Insomma, come concorda anche il sindaco di Zagarolo, Daniele Leodori, “quello che manca sono le risorse e i poteri adeguati a gestire la situazione. Limitare la questione dei rom alla dislocazione dei campi e’ pretestuoso. E poi, il problema non si può scaricare da Roma alla provincia”.