Venerdì 13, Roma nella morsa degli scioperi

12 febbraio 2009 | 19:28
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Venerdì 13, Roma nella morsa degli scioperi


Venerdì 13 febbraio a Roma sciopero generale della Cgil e corteo a Roma


In occasione dello sciopero generale di 8 ore proclamato dalla Fiom-Cgil e dalla Fp-Cgil, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, partecipera’ a Roma alla manifestazione nazionale che si terra’ in piazza San Giovanni, alle 11.


La manifestazione si concludera’ con un comizio dei segretari nazionali delle due categorie, Gianni Rinaldini e Carlo Podda, e del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani.


Il sindacato si attende una “grande” partecipazione: sono oltre 1000 i pullman e 16 i treni speciali in arrivo nella capitale. Alla manifestazione, inoltre, spiega ancora il sindacato, hanno aderito diverse categorie sindacali della Cgil, ed e’ prevista la partecipazione di una foltissima pattuglia di politici dell’opposizione, circa 100 i parlamentari attesi oltre a numerosi esponenti del mondo della cultura e della societa’ civile e molte associazioni ed organizzazioni politiche.


Anche i medici e i veterinari del Ssn aderiscono allo sciopero e alla manifestazione, in programma domani a Roma, dei metalmeccanici e tutto il pubblico impiego, indetto dalla Fp Cgil. Potranno quindi saltare le attività programmate come gli interventi, le visite e gli esami diagnostici, negli ospedali e nei presidi territoriali della Asl, ma saranno garantite le urgenze.


“Vogliamo far sapere al ministro Brunetta – dichiara in una nota Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil medici – che i metalmeccanici, così come la maggioranza dei cittadini, si recano dai medici ‘macellai’ negli ospedali pubblici. Lui ci vuole dividere tra privati operosi e pubblici fannulloni, ma noi siamo uniti per difendere i diritti sindacali e civili, a partire dalla tutela della salute. Ieri alla Camera – aggiunge – abbiamo sconfitto il disegno del ministro di stracciare le regole contrattuali, spostando per legge il 30% sulla retribuzione accessoria e decurtando così gli stipendi, le pensioni e le liquidazioni dei dirigenti della sanità pubblica”.