‘Caso le Salsare, l’amministrazione deve intervenire’

9 marzo 2009 | 14:57
Share0
‘Caso le Salsare, l’amministrazione deve intervenire’

Ardea – L’intervento del capogruppo del Partito democratico Antonino Abate

Il Faro on line – Il consigliere Antonino Abate capogruppo del Pd, in giro nei settecentocinquanta ettari dell’area demaniale delle Salsare scopre che l’intera area è diventata un’unica discarica a cielo in cui pullulano abitazioni abusive e senza servizi.
“Non riesco a spiegarmi – spiega il consigliere – come sia stato possibile ridurre un territorio nello stato in cui lo ha trovato. Il territorio sembra abbandonato dai controlli e dalla politica incapace di prendere un provvedimento. Cosa hanno fatto – si domanda – le polizie locali, e come pensa di risolvere il problema l’amministrazione comunale?”. Va ricordato che soltanto per bonificare la discarica di via Miramare il preventivo giunto all’ufficio ambiente è di oltre un milione e duecentomila euro, e parliamo di una solo discarica, purtroppo nell’area demaniale l’intera zona è una discarica calcinacci e amianto in ogni pezzo di terra ove ancora non è sorto un manufatto, e quello che è strano è che per entrare in quella zona ci sono soltanto quattro strade d’accesso di cui due impraticabili anche con i muli.
Nella zona oltre alle discariche abusive ove viene incontrollatamente abbandonato di tutto ci sono numerosi depositi abusivi di materiali ferrosi e carcasse di autovetture. Emblematico il campo rom installatosi proprio nello spiazzo ove un anno fa venne demolita una mega-villa abusiva costruita da una famiglia bosniaca. Dopo la demolizione, il terreno venne messo sotto sequestro giudiziario, atto che non ha sortito nessun deterrente. A lamentare lo stesso stato di abbandono e di illegalità che insiste nell’area delle Salsare fu il presidente della commissione urbanistica Luca Di Fiori che tra l’altro aveva garantito azioni di repressione. Per dovere di cronaca va ricordato come le uniche demolizioni per riportare la legalità in quella che viene definita la terra di nessuno sono state effettuate dalla dottoressa Alessandra Macrì segretaria generale comunale all’epoca anche  dirigente all’urbanistica ad interim, che riuscì ad effettuare l’abbattimento di quattro manufatti violando così con l’ausilio dei carabinieri e polizia municipale.