Ponte della Scafa: cittadini sul piede di guerra per gli espropri

9 marzo 2009 | 23:32
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Ponte della Scafa: cittadini sul piede di guerra per gli espropri

I residenti: ‘saremo chiusi in un bunker’. L’assessore: ‘Siamo sensibili al problema’

Il Faro on line – I lavori sul ponte della Scafa si faranno. Ma nel progetto approvato ci sono degli espropri nelle zone circostanti, che hanno messo in agitazione i residenti. In particolare, in via Col d’Echerle, proseguimento di via Falzarego, dove i cittadini hanno saputo dell’esproprio casualmente: “Nell’estate 2007, ci dissero che avevano approvato in comune la delibera di approvazione al progetto del nuovo ponte – spiega Renato Benci, uno dei residenti, riferendosi alla delibera n.49 del 6 agosto 2007 –  così mi recai in comune a chiedere informazioni. Riuscii ad avere le copie del progetto, e mi dissero di rivolgermi all’ing. Rocchi, che si è occupato del progetto, e così ho fatto. L’ingegnere mi consigliò di fare una richiesta di variazione. Anche al Comune di Fiumicino mi consigliarono di fare in questo modo, sia l’ing. Guidi, sia Mario Russo, che si interessarono al nostro problema. Così inviai una lettera al comune di Roma, firmata da tutti gli interessati agli espropri, senza ricevere alcuna risposta. Solo al comune di Fiumicino hanno saputo dirmi che una variazione non era pensabile, perché il progetto ormai era in corso d’opera”.
“Sempre casualmente – prosegue ancora Benci – abbiamo saputo della pubblicazione da parte del Comune di Roma, dell’avviso di questi espropri, nel novembre 2008. Noi vorremmo non essere chiusi in un bunker, avevamo fatto richiesta per una modifica che avrebbe comportato meno problemi a noi. Che il ponte debba essere fatto è sacrosanto, ma perché creare una viabilità troppo complicata? Qualche tempo fa chiesi all’ing. Rocchi se avesse mai visto la strada, lui rispose di no. Questo mi farebbe pensare che forse il progetto è stato fatto solo su carta”.
Ciò che più ha fatto arrabbiare i cittadini, è stata la mancanza di comunicazione da parte del comune di Roma, che li ha costretti a mille peripezie per capire a fondo la portata del problema.
“Ho comprato questa casa nel 2004 – interviene Silvia Tomei, residente in via d’Echerle – e mai avrei immaginato che a distanza di qualche tempo me ne avrebbero tolta una parte. Oltre ad una parte di giardino infatti, mi toglieranno anche due stanze. Senza contare il traffico e l’inquinamento dovuti ad una cintura di cemento ed asfalto che circonderà la mia casa. La nostra controproposta permetterebbe di avere lo stesso fine, senza danneggiarci”.
L’assessore all’urbanistica Mario Russo, pur comprendendo la situazione dei cittadini, mette in primo piano la legge: “Nel caso di espropri per opere pubbliche, non ci si può opporre. Tuttavia, siamo sensibili al problema, quindi ci siamo proposti di inviare al comune di Roma una lettera, per chiedere chiarimenti sulla effettiva necessità degli espropri. Abbiamo avuto un incontro giorni fa a Roma, e con cordialità si è cercato di capirne le motivazioni. Nonostante la nostra delega al sindaco di Roma, noi abbiamo il dovere di vigilare sul suo operato. Il ponte deve essere fatto secondo necessità, ma se gli espropri non sono necessari, Roma si dovrà giustificare”.
Stefania Carlucci