‘No all’accorpamento della Soprintendenza archeologica con Roma’

11 marzo 2009 | 00:32
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‘No all’accorpamento della Soprintendenza archeologica con Roma’

L’appello del presidente della proloco di Fiumicino al ministro Bondi. Larango: ‘Un’ulteriore disgrazia per i siti della città’

Il Faro on line – “Contrari all’accorpamento della Soprintendenza archeologica di Ostia con Roma non avvenga”. E’ questo l’appello che Giuseppe Larango, presidente della proloco di Fiumicino, rivolge al ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi. “Riteniamo questa eventualità un‘ulteriore disgrazia per i siti archeologici della città di Fiumicino. La nostra – spiega il presidente della proloco – non è una sterile protesta campanilistica o un immotivato grido di allarme. Il nostro è un urlo di rabbia nel constatare l’inesistenza di un programma di salvaguardia e valorizzazione di quei reperti monumentali che rappresentano l’antefatto principale della formazione del nostro territorio”. In sostanza Larango denuncia lo stato di “semiabbandono” in cui versa il sito archeologico del porto di Claudio e Traiano e della necropoli di Porto. Per non parlare del Museo delle Navi “tagliato fuori da ogni possibilità di inserimento in qualsivoglia contesto di visita turistica”.
A fronte di questa situazione la conclusione di Larango non può essere che una: “Se su questa realtà di cose ben poco ha potuto fare finora la Soprintendenza Archeologica di Ostia, e sia chiaro non per incompetenza o negligenza del personale, cosa avverrà allorquando la gestione dei siti dovesse trasferirsi a Roma?”.
Per il presidente della proloco “la direzione amministrativa deve rimanere sul posto ed essere potenziata, dotata di mezzi e di personale, oppure, data in gestione a privati. Sempre sotto la diretta vigilanza di un soprintendente. In sostanza – conclude – tutto ciò che appartiene al territorio, deve vivere e produrre. Noi non crediamo che chiudere gli uffici di Ostia sia una scelta intelligente in quanto quel poco che si dovesse risparmiare andrebbe inevitabilmente a discapito del bene pubblico”.
R.Rag.