Mangia una volta al giorno e campi più a lungo

20 marzo 2009 | 18:19
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Mangia una volta al giorno e campi più a lungo

L’uomo possiede in sé un meccanismo di autoriparazione delle cellule, danneggiate  dall’inquinamento, dall’ossidazione e dai prodotti tossici. È possibile metterlo in funzione con una dieta appropriata e un corretto stile di vita. Sostiene la tesi il professor Ettore Bergamini docente all’Università di Pisa dove dirige il centro interdipartimentale di biologia e patologia dell’invecchiamento. “A Pisa abbiamo scoperto – afferma – che è possibile un’azione anti invecchiamento, grazie alla restrizione delle calorie ingerite, mediata da un processo, la cosiddetta autofagia che rinnova e mantiene ‘puliti’ tessuti e cellule. Il processo di contenimento del fenomeno vecchiaia può essere reso più efficace con l’uso appropriato di un farmaco, da tempo in commercio, scoperto da ricercatori italiani diversi anni fa che controlla l’utilizzazione dei grassi del tessuto adiposo. Quella che noi chiamiamo restrizione calorica protegge anche contro le malattie associate all’età come è stato ampiamente dimostrato da una lunga sperimentazione sugli animali di laboratorio”.
Ma quali basi cellulari ha questa sua ricerca? “Abbiamo ipotizzato che la brevità della sopravvivenza agli albori dell’umanità e l’urgenza di crescere e di riprodursi abbiano fatto sottodimensionare un’importante meccanismo degradativo e riparativo che opera per garantire il nutrimento quando ci si trova nell’impossibilità di introdurre cibo. È durante un digiuno controllato che possiamo attivare l’autofagia, il più efficace meccanismo di autoriparazione che esiste in natura. L’autofagia, letteralmente mangiare se stessi, è caratterizzata dalla formazione nelle cellule di un organo digestivo (vacuolo autofagico) in cui sono sequestrate e digerite parti di cellule più vecchie e alterate che producono più radicali liberi. Noi stessi abbiamo pubblicato in diverse qualificate riviste scientifiche che l’alternarsi nel tempo di fasi di digiuno e di ottima nutrizione accelera il ricambio e favorisce il rinnovo delle strutture cellulari. A questo occorrerebbe aggiungere una scelta ottimale degli alimenti che può ottimizzare insieme all’uso del farmaco che controlla i grassi, il risultato della lotta contro l’invecchiamento”.
Perché questo preparato e non, ad esempio, le comuni statine utilizzate per la lotta contro l’aterosclerosi? “Le statine non attivano l’autofagia e hanno effetti collaterali controversi, perché riducono le difese delle membrane cellulari contro l’effetto ossidativo dell’ossigeno”.
Ma il digiuno non è sconsigliato da tutti i nutrizionisti per i suoi effetti negativi sulla diminuzione di peso perché paradossalmente provoca un aumento del desiderio del cibo? “Abbiamo l’esperienza di lunghe sperimentazioni e il nostro obiettivo non è certamente quello di ottenere una diminuzione di peso perché al digiuno controllato facciamo seguire una fase di alimentazione adeguata. I nutrizionisti cercano un corpo più magro e più snello. Noi puntiamo a una sopravvivenza più lunga”.
Renderete disponibile a questa ricerca scientifica in tempi brevi anche al pubblico? “Dopo il recente congresso, svoltosi a Volterra, alcune aziende pubbliche della Toscana hanno chiesto di poter applicare queste tecniche contro l’invecchiamento anche nell’ambito dei loro ambulatori. Stiamo sistemando questi ultimi risultati e pensiamo di partire di permettere l’inizio delle prenotazioni entro il prossimo mese di maggio”.
(fonte Il Tempo)