Il mistero della ‘sparizione’ delle macchine tritarifiuti

23 marzo 2009 | 00:06
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Il mistero della ‘sparizione’ delle macchine tritarifiuti

Fiumicino – Giallo dietro alla destinazione d’utilizzo dei costosi macchinari. L’Amministrazione Canapini si rifiuta di mostrare gli atti documentali

Il Faro on line – “Il Comune di Fiumicino una ‘casa di vetro’? Forse per le vetrate su via Portuense, non certo per i servizi al cittadino”. A polemizzare con l’Amministrazione comunale è il presidente dell’Associazione Progetto Futuro, Mario Russo D’Auria (nella foto). Sotto i rilfettori sono finite le macchine tritarifiuti acquistate anni fa dal Comune e posizionate non si sa dove, forse ad uso esclusivo di esercizi privati quali ristoranti o stabilimenti balneari.
“Avevo chiesto l’accesso agli atti per vedere quanto fossero costate queste macchine alla collettività, quali criteri fossero stati utilizzati per l’assegnazione e dove alla fine fossero finite queste macchine tritarifiuti. Domande tutto sommato banali, alle quali sarebbe stato facile rispondere rapidamente”.
E invece? “E invece hanno perso tempo, tra l’altro ben oltre il consentito dalla legge, per rimandarmi da un ufficio all’altro al solo scopo di non farmi sapere nulla. Tant’è che alla fine è arrivato il diniego all’estrazione della copia dei documenti che avevo chiesto”.
Che idea si è fatto su questa vicenda? “Intanto, visto che il Comune non mi ha voluto rispondere, restano in sospeso alcune domande che oggi faccio io, ma che si potrebbero tranquillamente fare anche le forze dell’ordine: dove sono fisicamente queste macchine? Chi ne paga la manutenzione? Qualcuno paga un canone? Non è che magari sono finite in locali di persone di riferimento stretto, diciamo così, sia di politici di sinistra che di centrodestra? Diciamo che abitando da sempre in questo Comune un’idea di dove stiano ce l’ho, ma volevo la conferma documentale.  L’ultima ‘sparizione’ la ricordo nell’estate 2007 quando la macchina tritarifiuti, peraltro mai messa in funzione dal Comune, dal mercato comunale andò a fare un giretto dalle parti del lungomare. Ma da quelle parti sembra ce ne siano anche altre.
Vale la pena ricordare – prosegue Russo D’Auria – che quelle macchine costarono circa 400 milioni di vecchie lire, soldi dei cittadini che avrebbero potuto essere spesi per strutture pubbliche come il mercato coperto oppure per strutture ricettive come i luoghi di accoglienza caritatevole. Oppure per qualsiasi altro scopo, purché pubblico e condiviso. Avrei voluto saperne di più, ma l’Amministrazione Canapini, in nome della trasparenza che non c’è, mi ha negato la visione dei documenti, ben sapendo che ora potrei solo fare ricorso al Tar con tutti gli esborsi del caso e con i tempi che si allungano. Noi non sappiamo se i comportamento messi in atto dal Comune in questa vicenda siano o no al di fuori dalla legalità. Purtroppo non siamo in grado di dirlo perché nessuno ci ha voluto far vedere gli atti amministrativi inerenti questa vicenda. Ma ci viene un dubbio: se non c’era alcun problema, perché non darci subito i documenti? E se c’era invece un problema solo di competenze, perché dopo la nostra sollecitazione del 5 dicembre 2008, mettere in campo una prima lettera il 28 gennaio 2009, una seconda il 17 febbraio 2009 per poi passare per un’ennesima lettera del 9 marzo 2009 arrivando infine al ‘no’ del 12 marzo 2009? A questo punto – conclude il presidente di Progetto Futuro – ci aspettiamo almeno una risposta pubblica da parte del Comune, per rispetto nei cofnronti dei cittadini; ma una risposta che comprenda cifre ed indirizzi precisi. Mi ricordo male o i politici sono delegati dal popolo e al popolo devono fare riferimento?”