Canapini e il ‘giro delle sette chiese’

24 marzo 2009 | 00:19
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Canapini e il ‘giro delle sette chiese’

Il Pdl prende forma e il sindaco cerca un posizionamento al di là dell’esperienza Udc. E lo cerca tra Roma e Arcore

Il Faro on line – Durante il Giovedì Santo, di mattina si svolge la Messa del Crisma, durante la quale il Vescovo consacra gli Olii Santi, i quali serviranno durante tutto il corso dell’anno rispettivamente per celebrare le Cresime e i Battesimi, ordinare i sacerdoti e celebrare il sacramento dell’Unzione degli Infermi. Durante questa Santa Messa si svolge la tradizionale lavanda dei piedi e vengono ‘legate’ le campane (le campane non possono suonare dal Gloria della messa del giovedì sera al Gloria della Veglia di Pasqua). In questo giorno è inoltre tradizione, non certificata dalla dottrina, compiere il cosiddetto giro “delle sette chiese”, andando ad adorare i sepolcri allestiti in sette chiese vicine, pregare e chiedere “grazie”.

Mai tradizione fu più vicina a ciò che accade in questo momento in politica. In questo periodo di Pasqua, che coincide con il momento in cui prenderà vita il nuovo Popolo delle libertà, Canapini sta facendo – sempre politicamente parlando – il “giro delle sette chiese” tra Lazio e Lombardia. Proviamo a fare insieme il percorso fatto in questi giorni dal primo cittadino, stando ovviamente ai rumors dell’ambiente politico che, in quanto tali, non hanno il crisma dell’ufficialità. Se mai ci fossero imprecisioni (di fondo, e non di dettaglio), saremo ben lieti di darne conto qualora il “dominus” di via Portuense ce ne volesse segnalare la presenza.

E’ stato sondato il terreno per vedere se si poteva trovare sponda in Alleanza nazionale (con Matteoli?) ma la cosa non ha avuto seguito. Allora c’è stato l’abboccamento (con Baccini?) per essere nel novero dei rappresentanti del centro nel nuovo Pdl: è una strada sicura, ma che potrebbe non perseguire ufficialmente. Canapini dovrebbe infatti essere ‘secondo’ a qualcuno, è non è una cosa che riesce ad accettare più di tanto. Intanto però, grazie alle bacciniane conoscenze, è stato trovato il modo di arrivare in zona berlusconiana; anzi, sembra che un passaggio sia stato fatto perfino ad Arcore, al cospetto del premier. E qui s’innesca la terza strada, quella che passa per Forza Italia. Ma anche lì non è stato facile, finché non si è trovata una sponda (di Antoniozzi?).

L’accordo dunque ci sarebbe, anzi c’è; addirittura da Roma sono state date rassicurazioni agli uomini di partito presenti a Fiumicino, ma per ora è congelato. D’altronde è meglio ipotizzare il passaggio di un sindaco Udc dentro il nuovo Pdl piuttosto che dentro Forza Italia. Ma farlo il giorno stesso del congresso potrebbe non essere politicamente una buona mossa, darebbe il senso del ‘salto della quaglia’ e non della scelta politica di un nuovo futuro. Meglio: darebbe il senso di una disperata ricerca di un posizionamento da parte del sindaco, e non quella al contrario dell’accettazione di una richiesta fortemente voluta da Roma. Vuoi mettere la differenza a livello d’immagine!
Dunque meglio aspettare. D’altronde ora come ora non si vede concreta la possibilità che accada qualche maremoto in Comune. Tra pochi giorni il Pdl vedrà ufficialmente la luce. Poi molte cose saranno più chiare.

Ricapitolando: Canapini dall’Udc al Pdl? Praticamente sicuro. Prima del congresso costitutivo? Poco probabile. Con garanzia che una volta cambiata casacca finirà la legislatura? Per ora sì, ma è da vedere. Già è complicato mettersi d’accordo in un solo partito, ma mettersi d’accordo con i nuovi referenti del nuovo Pdl non è detto che sia una cosa che segua un iter così tranquillo.

Roberta Tito
(Appunti di viaggio)