Marrazzo: ‘Non bastano più risposte formali, ora bisogna calarsi nella realtà‘

28 marzo 2009 | 23:13
Share0
Marrazzo: ‘Non bastano più risposte formali, ora bisogna calarsi nella realtà‘

Il Governatore a Fiumicino per parlare di Alitalia e non solo

Il Faro on line – “Non bastano più risposte formali, c’è ora bisogno di calarsi nella realtà”. Così esordisce Piero Marrazo, presidente della Regione Lazio, dal palco del Teatro Traiano, che ha ospitato il convegno organizzato dal Pd, sulla crisi occupazionale del territorio dopo il fallimento di Alitalia.

“Ascoltare i problemi veri di chi ha perduto il posto di lavoro, deve far pensare che il welfare è uno dei temi attuali più importanti. Noi stiamo cercando di aiutare in termini economici, i lavoratori dell’indotto, che sono rimasti fuori dagli aiuti del governo, ma anche gli “invisibili”, tutti quei precari di cui si è persa traccia. Avevamo previsto un simile epilogo – continua Marrazzo – per questo facemmo la proposta di entrare nella cordata, non l’abbiamo fatto per spirito imprenditoriale, ma ritenevamo doveroso dover vigilare”.

Marrazzo, senza peli sulla lingua critica fortemente la scelta del governo: “Ci vogliono portare via la centralità di Alitalia per smantellarla pezzo per pezzo. Credo che l’offerta di Air France doveva essere accettata, per il bene dell’Alitalia, invece si è preferito fare questa sporca spartizione, creando una bad company, per affiancarle una compagnia che non rispetta i lavoratori”.
Emerge quindi una forte volontà da parte del presidente della Regione, di perseverare nella difesa dell’aeroporto: “Fiumicino deve essere grande senza low cost, perché Roma e il Lazio sono il cuore del trasporto aereo italiano civile e commerciale. Dobbiamo difendere l’aeroporto intercontinentale, sfidando tutti”.

Marrazzo conclude il suo discorso, accompagnato da una pioggia di applausi, dichiarando ancora una volta il suo impegno politico: “Il futuro del Lazio non può essere solamente il mattone o la sanità. Io ho un’idea di questo territorio che vede la valorizzazione e non la distruzione delle risorse. A partire dall’aeroporto con la difesa dei posti di lavoro, ai progetti per il quadrante nord-ovest, daremo il nostro sostegno. Per il 2009 ci daremo da fare per le politiche sociali. Pensando anche al piano casa, che a nostro avviso, deve ripartire da chi non riesce più a pagare l’affitto o il mutuo”.

Molte le personalità politiche e non che si sono alternate sul palco. Daniela Monteforte, responsabile lavoro Pd Lazio, analizza l’attuale situazione Cai: “La crisi è negata dal governo ma sentita dai lavoratori. La vicenda Cai poi ha alimentato questa crisi sul territorio. Ad oggi risulta che anche chi è stato assunto, vede calpestati i propri diritti. I cassaintegrati non ricevono ancora l’assegno dall’Inps. Siamo di fronte ad una crisi nella crisi, in un settore in difficoltà ma non in recessione. Sono le scelte industriali ad andare in senso contrario”.
Michela Califano, consigliere comunale, esprime il suo elogio nelle scelte fatte dalla Regione: “Fortunatamente è intervenuta la Regione, con una legge che permette ai lavoratori dell’indotto di percepire l’assegno di disoccupazione. E’ un buon punto di partenza, perché ritengo che debba essere la politica ad andare incontro ai lavoratori”.

Molti anche i rappresentanti sindacali che hanno preso parola. Tra loro spicca Massimo Celletti, Cgil Alitalia Maintenance System, società nata nel 2003 da una cessione di ramo d’azienda, che vanta il primato di essere l’unica in Italia a fare revisione motori, che spiega il futuro nero della società: “Fantozzi ha appena emesso un bando per vendere l’AMS, insieme ad Atitech. Se non si troverà un compratore, 400 dipendenti saranno licenziati e le competenze andranno perdute. Noi non chiediamo aiuti economici, ma la possibilità di continuare a lavorare. Il rischio è che la Cai possa rivolgersi all’estero”.

Da sottolineare anche la denuncia arrivata da Arianna Baiocco, cassaintegrata, legge 104: “I criteri per le assunzioni sono stati di dubbia regolarità. E’ stata esclusa buona parte delle categorie non in piena attività, come le maternità e i beneficiari della 104. C’è un forte clima di sfiducia nei lavoratori che non si sentono più considerati”.
Stefania Carlucci