Maccarese: riflettori accesi su Carlo Lizzani

7 maggio 2009 | 18:22
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Maccarese: riflettori accesi su Carlo Lizzani

Per la rassegna cinema per noi venerdì 8 maggio in programma ‘La vita agra’

Il Faro on line – Prosegue la retrospettiva su Carlo Lizzani (nella foto) a Maccarese, nel consueto appuntamento della rassegna “Cinema per noi”, ed è La vita agra in programma venerdì 8 maggio.  
Ambientato nell’Italia del boom economico, il film racconta la storia di Luciano Bianchi, addetto ai servizi culturali di una grande miniera, che viene licenziato. Per vendicare se stesso ed i minatori periti in una grave sciagura, Luciano si reca a Milano deciso a far saltare con la dinamite l’imponente grattacielo dove ha sede la società mineraria. Qui incontra Anna, giovane corrispondente di un giornale di sinistra, della quale s’innamora. Per poter vivere, Luciano si adatta a fare il traduttore per una casa editrice, ma troverà la sua fortuna inserendosi brillantemente nella produzione di slogan pubblicitari. La sua genialità in questo lavoro, che egli tuttavia disprezza, gli varrà un’ottima assunzione presso la stessa società che lo aveva licenziato. La vecchia vendetta è ormai dimenticata e con essa la moglie ed il figlio che Luciano ha lasciato in provincia. Con Anna egli intende costruirsi una vita borghesemente comoda, ma l’amore tra i due svanisce con la ricchezza raggiunta
Tratta dal romanzo omonimo di Luciano Bianciardi e sceneggiata da Sergio Amidei, Luciano Vincenzoni e lo stesso Lizzani, questa ‘storia social-psicologica post-miracolistica’ riesce a ricostruire con acutezza e originalità il disagio diffuso che gli anni del boom avevano fatto crescere nelle coscienze più lucide. Senza prediche né schematismi, il percorso di Luciano Bianciardi sembra raccogliere l’eredità di quello di Silvio Magnozzi in Una vita difficile, sostituendo al ‘classicismo’ della commedia all’italiana una narrazione più libera e disarticolata, capace di rendere il disagio e l’insofferenza di una generazione che sconfessa i propri ideali, incapace di drammi e sempre più anestetizzata dal denaro. Così come lo scenario si sposta al Nord., tra i simboli della borghesia milanese (il grattacielo Pirelli, i nuovi ‘quartieri satellite’), all’interno di una società in cui anche il lavoro intellettuale (editoria, pubblicità) contribuisce alla sconfitta degli slanci di tutta una generazione.
È troppo audace spingersi a vedere, in questa fotografia della rivolta bloccata, non tanto la futura stagione della contestazione giovanile, quanto la stagione plumbea del terrorismo, della democrazia bloccata, delle trame atlantiche e piduiste, e tutto il resto? Forse; tuttavia, l’impressione rimane; l’impressione, cioè, che Lizzani (e Bianciardi) abbiano presentito, con le antenne di cui è dotata una piccolissima percentuale degli intellettuali, l’onda lunga e fangosa degli anni di piombo che si avvicinava, come il tragico cocktail esplosivo di una società cresciuta troppo in fretta (ma solo economicamente!) e di una coscienza collettiva giunta al capolinea, intrappolata nel vicolo cieco di uno sviluppo senz’anima e di un conformismo travestito da necessità di sopravvivenza.
L’appuntamento è per le ore 20.30, presso la sala conferenze del Comune, in via del Buttero 3.