Ricerca, una cordata per salvare l’istituto molecolare di Pomezia

13 maggio 2009 | 14:38
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Ricerca, una cordata per salvare l’istituto molecolare di Pomezia

Reggina: ‘E’ una struttura di eccellenza che da 18 anni opera nel nostro territorio e in cui lavorano 200 ricercatori’

Il Faro on line – Salvare l’istituto di ricerche di biologia molecolare (Irbm) P. Angeletti di Pomezia. Questa la mission dell’Unione degli industriali di Roma impegnata nella costituzione di una cordata di mercato composta di imprenditori, Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma e mondo universitario con in testa La Sapienza. A margine del convegno Responsabilità e sostenibilità per lo sviluppo e la competitività dei distretti industrialì, che si è svolto alla Uir, il presidente Aurelio Reggina ha parlato della necessità di salvare l’istituto di ricerca di proprietà di una multinazionale americana, la Merck & Co, che ha deciso di chiudere la sede in provincia di Roma per trasferirla altrove.
“E’ una struttura di eccellenza che da 18 anni opera nel nostro territorio – ha spiegato Reggina – in cui lavorano 200 ricercatori, 1/3 dei quali stranieri. Qui sono state fatte scoperte importantissime come una molecola nel campo dell’Hiv e la nostra prospettiva è quella di farne una centralità nel campo oncologico e di ricerca sulla vecchiaia». È la prima volta, fanno sapere dalla Uir, che l’Unione Industriali si fa carico del salvataggio di un’azienda, ma questo, precisano, “non sarà un salvataggio assistenzialistico, bensì di mercato perchè una volta messi a riparo i lavoratori, l’istituto sarà in grado di camminare sulle sue gambe”.