‘Il Che, una figura paterna carica di valori’

26 maggio 2009 | 04:42
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‘Il Che, una figura paterna carica di valori’

A Fiumicino faccia a faccia con Aleida, primogenita di Ernesto Guevara

Il Faro on line – Non nasconde la totale devozione verso la figura paterna, Aleida Guevara, primogenita di Ernesto “Che” Guevara, che le ha trasmesso una parte del suo coraggio, tanto da spingerla verso una vita da attivista, convinta sostenitrice del popolo cubano.
Ha spaziato senza indugi tra le fasi della storia cubana e l’imperialismo, catalizzando la platea del teatro della scuola media Porto Romano.  
Dall’incontro con Castro, che segna la svolta per quella che sarà poi la rivoluzione cubana, alla critica nei confronti dell’Urss e del suo socialismo, che, ricorda Aleida Guevara: “Era un modo facile per non far pensare la gente, il partito impartiva ordini da eseguire. Mio padre riponeva invece molta fiducia nel popolo cubano”.
In quegli anni la guerra fredda contrapponeva le due grandi potenze, Stati Uniti ed Unione Sovietica, mentre a Cuba si faceva avanti un’idea ben diversa: “Noi eravamo il terzo mondo. Il movimento che stava nascendo voleva distaccarsi dal liberismo statunitense e dal socialismo sovietico. E’ il popolo che sceglie e decide”.
Ora Cuba ha una situazione meno stabile, e a chi le chiede quanto il popolo cubano sia ancora ancorato a quegli ideali, Aleida risponde che: “Chi va a Cuba vede ben poco di quello che è la realtà. Io stessa potrei dire che gli italiani sono un popolo meraviglioso, se dovessi usare come metro solo le associazioni con cui lavoro. La verità è che la nostra costituzione è rigida perché si voleva tutelare Cuba dagli interessi stranieri. La prostituzione e la droga sono arrivate con il turismo, che da un lato ci ha portato benefici, ma dall’altro ha creato una situazione che ha minato la nostra serenità”.
L’analisi di Aleida non esclude il presente, con l’elezione di Obama: “Dal punto di vista storico è un fatto unico. Una potenza razzista che sceglie un presidente “negro” – così lo definisce sarcasticamente –  segna inevitabilmente l’inizio di una nuova epoca. Ma il presidente Obama dovrà lavorare sodo per ripulire gli Stati Uniti dall’antiamericanismo che Bush ha alimentato. Per dare un segnale ai cubani, dovrebbe ad esempio restituirgli Guantanamo”.
Il presente offre anche l’esempio dei Paesi sudamericani che hanno scelto una linea politica ben diversa da quella occidentale: “Le risorse di questi Paesi vengono sfruttate dall’occidente. L’esempio di Bolivia ed Ecuador è importante, bisogna saper combattere per avere di nuovo il potere tra le mani, altrimenti si rimane succubi della Banca Mondiale”.
Dall’ascesa al potere di Fidel Castro, dopo il rovesciamento di Batista, Cuba è rimasta al di fuori dei grandi problemi che hanno afflitto gli altri Paesi del Sud America. Quest’anomalia ha spinto i Paesi occidentali a definire Castro un dittatore. Aleida non esita a dare la sua opinione: “Avete mai visto un dittatore che si occupa dell’istruzione del suo popolo? E’ la libertà che ci contraddistingue, insieme al rispetto per gli altri popoli, ed entrambe le cose sono legate alla cultura. Non capisco – conclude Aleida Guevara – come in occidente questo si sia perso di vista. Come si fa a non capire quanto l’intolleranza sia figlia di una sottocultura sbagliata”?
Stefania Carlucci