‘Regolamento spiagge, chiarire le norme di accesso al mare’

3 giugno 2009 | 02:42
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‘Regolamento spiagge, chiarire le norme di accesso al mare’

L’appello del presidente di Legambiente: ‘Preoccupano su altri fronti alcune norme previste’

Il Faro on line – “Va chiarita subito la norma sull’accesso libero al mare, riportandola alla versione approvata in Giunta regionale che aderiva alla norma nazionale che prevede l’ingresso libero e gratuito anche ai fini della balneazione. Nelle prossime ore affronteremo la questione con l’assessore Mancini che ha proposto il testo, poi purtroppo emendato in senso peggiorativo nella competente commissione consiliare”.
Lo dichiara, in una nota, Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, in merito al nuovo Regolamento regionale per l’utilizzazione delle aree demaniali.
“Quella norma è fondamentale e non si tocca – prosegue – lo scorso anno i volontari della nostra Goletta Verde hanno monitorato la situazione, asciugamano in spalla, tra gli stabilimenti del litorale romano nei 15 chilometri tra Ostia e Torvaianica e si sono visti chiedere in 43 su 53 casi il pagamento di un pedaggio per accedere alla spiaggia”.
“Un fatto molto grave – prosegue – che rischierebbe di peggiorare ulteriormente, visto anche l’affidamento ei controlli ai concessionari stessi, che a questo punto avrebbero titolo a cacciare i bagnanti dalla battigia. Il regolamento può essere uno strumento utile ma deve servire anche ad affrontare temi annosi delle nostre spiagge, come il ripristino delle visuali marine, spesso impedite da muri, cabine e recinzioni, legando anche le stelle marine di qualità ad interventi in tal senso, in modo che più stelle non significhi semplicemente prezzi più alti. Se è positiva la scelta delle passerelle per disabili – continua Legambiente -preoccupano invece su altri fronti alcune norme previste: non crediamo siano necessarie recinzioni obbligatorie per la pur giusta delimitazione delle aree, che può essere ottenuta in maniera molto più leggera, con vasi e piante ad esempio, lasciando varchi per il passaggio; sulla possibilità di posizionare maxi ombrelloni e gazebi va inserita una limitazione per evitare il proliferare di strutture; sul livellamento della sabbia va inserita una precisazione per rispettare dune e altri ambiti naturali intoccabili, specificando le modalità dell’intervento stesso; anche la buona prassi delle ‘stelle marine’ va legata di più ad elementi di qualità ambientale e territoriale, precisando e ampliando l’aspetto del risparmio idrico ed energetico estendendolo alla produzione di acqua calda con pannelli solari, definendone le modalità, piuttosto che premiando le buone pratiche di raccolta differenziata o la modalità di somministrazione dei cibi evitando le confezioni monodose o avvantaggiando e incentivando chi va al mare in maniera sostenibile (mezzi pubblici, bicicletta, ecc); sui punti di ormeggio la superficie di 25 mq può rischiare di vedere pontili e moletti anche molto invadenti visto che con una larghezza di un metro e mezzo la piattaforma potrebbe arrivare ai 16 metri. La scelta che preoccupa di più sono i possibili ampliamenti: anche in questo caso sono stati eliminati dal testo approvato in Giunta i limiti dei 40 metri quadri per i ristori delle spiagge attrezzate e dei 100 metri quadri per quelli delle aree dove i Comuni hanno approvato piani di utilizzazione degli arenili. Una scelta che lascia un margine troppo ampio, fissato nel 10 per cento dell’estensione della concessione. Con 5mila metri quadri di area, si potrebbero realizzare ben 500 metri quadri di strutture e così via”.