Social network, diffusissimi ma… pericolosi

4 giugno 2009 | 20:07
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Social network, diffusissimi ma… pericolosi

Quanto tempo si passa sui social network? Tanto, e sempre di più. L’evidenza emerge dai risultati di una ricerca Nielsen Online secondo la quale l’aumento della presenza sui maggiori social network in termini di tempo è valutabile attorno al +83% negli ultimi 12 mesi. Facebook, inutile a dirsi, rimane leader incontrastato con 13.9 miliardi di minuti di presenza accumulati nel solo mese di Aprile: l’aumento rispetto all’Aprile scorso è del +700%.


Twitter è il social network che conta l’aumento più impressionante, confermando pertanto il momento di grande crescita che il network dei cinguettii sta sperimentando: + 3712% in un solo anno, da 7.8 milioni di minuti dell’Aprile 2008 ai 300 milioni di minuti dell’Aprile 2009. Twitter rimane comunque un fenomeno particolare: vive una crescita esponenziale, ma al tempo stesso deve ancora dimostrare la propria durabilità poiché altre statistiche parallele evidenziano un tempo di vita molto breve dell’utenza media (valutabile nella misura di una sperimentazione che si consuma in una toccata e fuga, estesa nel 60% dei casi ad un tentativo che si esaurisce nel giro di un solo mese). Particolare deve essere anche l’interpretazione dei numeri: Twitter non propone filmati o intrattenimento alternativo (elementi sui quali vivono le rispettive eccellenze MySpace e Facebook), ma si limita a flussi testuali che richiedono tempi brevi e rapidità. In termini assoluti, pertanto, per Twitter conta più il ritmo di crescita che non l’ammontare complessivo dei minuti di permanenza degli utenti.


Addirittura, ancora, Twitter vive una dimensione del tutto peculiare tale per cui il 10% degli utenti più prolifici riesce a produrre ben il 90% dei twit complessivi: la media del mondo dei social network sarebbe di un 30%, esattamente un terzo rispetto a quanto invece conta oggi la realtà della più arrembante delle reti sociali.


La parte restante del settore viaggia su ritmi di crescita ben diversi rispetto a Facebook e Twitter. MySpace, in particolare, sembra già aver raggiunto un punto di maturazione massimale, vedendo addirittura in calo il numero di minuti nei quali si è riuscita a calamitare utenza sulle proprie pagine (-31%, da 7.2 a 4.9 miliardi di minuti). Per contro la piattaforma Blogger cresce del 30%. +69% anche per LinkedIn.


Jon Gibs, spiega però per Nielsen quanto tutti questi numeri siano una fotografia labile e provvisoria poiché costituita dalla sommatoria dalle scelte di milioni di individui, e pertanto non consolidati se non nelle abitudini degli individui stessi: così come MySpace dominava ed è crollato, così potrebbe essere per Facebook e Twitter, i protagonisti di oggi. Facebook, infatti, continua strenuamente ad investire per rendere quanto più pervasiva possibile la propria presenza: dai pc all’INQ1, fino al prossimo approdo sulla dashboard Xbox 360 ed a breve anche su Ovi Store.


Tutto ok, dunque? Non proprio. Secondo due studi americani, gli utenti dei social network sono distratti, insofferenti e poco altruisti. Nel mirino dei ricercatori del “Brain and Creativity Institute” dell’Università del Sud California, è soprattutto Twitter, il servizio di micro blogging che permette di scambiarsi brevi messaggi di testo.


Il problema fondamentale che provoca un “sovraccarico di informazioni nel cervello” è il fatto che le nuove tecnologie abbiano permesso di collegarsi ai social network direttamente dai cellulari (Twitter permette addirittura di ricevere i messaggi inviati sotto forma di sms), e quindi di averli sempre a portata di mano. Secondo gli studiosi, infatti, il cervello viene ingolfato di informazioni, dalle news 24 ore su 24, ai cellulari super-tecnologici con email, Twitter, Facebook e MySpace.