Cassazione: i figli vanno mantenuti finché non hanno un lavoro

7 giugno 2009 | 23:25
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Cassazione: i figli vanno mantenuti finché non hanno un lavoro

I figli vanno mantenuti finchè non hanno trovato un lavoro “sicuro” con una “concreta prospettiva di continuità“. Lo stop agli alimenti cessa soltanto se i figli sono scansafatiche e, “posti nelle concrete condizioni di addivenire alla autosufficienza, non ne abbiano tratto profitto per loro colpa”. Lo ricorda la Cassazione in un vademecum in cui spiega alle coppie separate come regolarsi con il mantenimento dei figli. In
particolare, la Prima sezione civile (sentenza 8227) si è espressa sul caso di una padre separato della capitale, G.S. che sosteneva di non essere più tenuto a mantenere le figlie ultratrentenni visto che erano “già avviate ad un’attività lavorativa adeguata ai titoli di studio conseguiti, erano titolari di un conto corrente e ciascuna possedeva una macchina”.
La Suprema Corte ha accolto in parte il ricorso del padre solo perchè la Corte d’appello della capitale, nel giugno 2005, imponendogli di continuare a mantenere le figlie non gli aveva dato “la possibilità di provare la raggiunta indipendenza economica da parte dei figli”, limitandosi a sentire solo le ragazze. In ogni caso, i supremi giudici ricordano ai genitori, separati o divorziati che siano, che “l’obbligo di concorrere al mantenimento dei figli persiste finchè essi non abbiano raggiunto l’indipendenza economica attraverso un’attività lavorativa con concrete prospettive di indipendenza ovvero non sia provato che, posti nelle concrete condizioni di addivenire a detta autosufficienza, non ne abbiano tratto profitto per loro colpa». Infatti, insistono gli ‘ermellini’, “l’espletamento di un lavoro precario, limitato nel tempo, non è sufficiente per esonerare il genitore da un tale obbligo di mantenimento, non potendosi in tal caso affermare che si sia raggiunta l’indipendenza econonomica, la quale richiede una prospettiva concreta di continuità“. In ogni caso, ed è per questo che la Cassazione ha rinviato il caso alla Corte d’appello della capitale, al coniuge cui spetta l’onere di mantenere i figli “deve essere assicurata la possibilità di provare la raggiunta indipendenza economica dei figli”.