Approdo alla Lettura: omaggio al western di Sergio Leone

18 giugno 2009 | 01:50
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Approdo alla Lettura: omaggio al western di Sergio Leone

Da sabato 20 giugno a giovedì 16 luglio una retrospettiva sul grande cineasta italiano a vent’anni dalla sua scomparsa

Il Faro on line – A vent’anni dalla sua scomparsa, Ostia rende omaggio a uno dei grandi registi del cinema italiano. Le sue pellicole hanno fatto scuola nel mondo. Registi come Tarantino, ma anche Martin Scorsese, Johnnie To, John Woo hanno più volte dichiarato di essersi ispirati a Sergio Leone. In questa retrospettiva si è voluto porre l’accento sulla sua produzione western. Il suo modo di dilatare i tempi, l’uso della grande musica di Ennio Morricone (“Il mio più grande sceneggiatore” amava chiamarlo Sergio Leone), i controtempi scenici dei suoi anti eroi, hanno segnato la storia di un genere. Facendo diventare il cosiddetto “western all’italiana” o “spaghetti western” un prodotto esportato in tutto il mondo, e persino negli Usa, madre indiscussa del genere Western.
La rassegna, che si svolgerà ad Approdo alla Lettura, prevede in rapida successione alcuni dei suoi film realizzati in qualità di regista e non solo.
Ecco il programma:

Sabato 20 giugno
Ore 21.00 I capolavori di Sergio Leone “IL COLOSSO DI RODI” 1961 con Rory Calhoun, Lea Massari, George Marchal
Nel III secolo a.C. l’ateniese Dario è in vacanza a Rodi dove cresce il malcontento popolare contro re Serse, costruttore del famoso colosso. Aiutati da un traditore, i Fenici invadono la città, ma scoppia un terremoto. 1° film di S. Leone, indeciso se prendere sul serio la storia o puntare sull’ironia. Le scene più imponenti sono presenti nel 2° tempo: la grossa macchina del colosso e il terremoto conclusivo. Forte senso dello spettacolo.

Domenica 21 giugno    
Ore 21.00  I capolavori di Sergio Leone “PER QUALCHE DOLLARO IN PIU’” 1965 con Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Gian Maria Volontè
A El Paso il colonnello Mortimer vuole vendicare la morte dell’amata sorella martoriata da El Indio, criminale paranoico e drogato. Il Monco, uomo senza nome né passato, arbitrerà il duello finale. 2ª tappa della “trilogia del dollaro” dopo Per un pugno di dollari (1964), con minore violenza del primo e una certa tendenza al surreale. C’è la sequenza più “politica” di S. Leone: il conteggio finale dei morti calcolato in dollari. Campione d’incasso della stagione 1965-66.

Lunedì 22 giugno    
Ore 2100  I capolavori di Sergio Leone “IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO” 1966 con Clint Eastwood, Eli Wallach, Lee Van Cleef
Durante la guerra di secessione Sentenza (L. Van Cleef), assassino a pagamento, il Biondo (C. Eastwood), bounty-killer, e Tuco (E. Wallach), fuorilegge messicano, fanno società, pur senza alcuna fiducia reciproca, per la caccia a un tesoro nascosto. Scritta da L. Vincenzoni, Age & Scarpelli, la “trilogia del dollaro” si chiude nel grottesco: la violenza si carica di ironia beffarda, la guerra è un banditismo organizzato, il racconto è costruito come un gioco dell’oca dove il numero ricorrente è il tre. Incassò più di 3 miliardi di lire nella stagione 1966-67.

Martedì 23 giugno    
Ore 21.00  I capolavori di Sergio Leone “C’ERA UNA VOLTA IL WEST” 1968 con Henry Fonda, Claudia Cardinale, Charles Bronson
Cinque personaggi si affrontano intorno a una sorgente d’acqua: Morton (G. Ferzetti), magnate delle ferrovie, che ha bisogno dell’acqua per le sue locomotive e che fa eliminare i proprietari legittimi, i McBain, dal suo feroce sicario Frank (H. Fonda); Jill (C. Cardinale), ex prostituta, da poco moglie-vedova di un McBain; il bandito Cheyenne (J. Robards), accusato della strage dei McBain; l’innominato dall’armonica (C. Bronson) che vuole vendicare il fratello (F. Wolff), assassinato in condizioni atroci da Frank con i suoi sgherri. Su un soggetto scritto dal regista con Dario Argento e Bernardo Bertolucci e sceneggiato con Sergio Donati, è una sorta di antologia del western in negativo. In un film ricco di trasgressioni, Leone dilata in modo madornale i tempi drammaturgici, contravvenendo alla dinamica del genere.

Mercoledì 24 giugno    
Ore 21.00  I capolavori di Sergio Leone “GIU’ LA TESTA” 1971 con Rod Steiger e James Coburn
Ribelle irlandese esperto di dinamite, emigra in Messico dove si allea con un rozzo e generoso bandito per svuotare una banca. Si ritrovano insieme a combattere con i peones di Pancho Villa e di Emiliano Zapata. Narratore di razza, Leone ha sfornato un melodramma antimperialista che non si prende troppo sul serio. Come nei 4 western precedenti di Leone e in C’era una volta in America, le musiche sono di Ennio Morricone e contribuirono al successo del film (quasi 2 miliardi d’incasso).

Giovedì 25 giugno    
Ore 21.00  I capolavori di Sergio Leone “IL MIO NOME E’ NESSUNO” 1973 con Terence Hill e Henry Fonda
1899: un celebre pistolero, ormai vecchio, decide di lasciare il West e partire per l’Europa. Incontra un giovanotto che lo ammira e gli si mette alle costole, costringendolo a un’ultima, memorabile impresa… È un proseguimento ideale dei Trinità (manca Bud Spencer) e per molti versi è meglio dei suoi “genitori”: la contrapposizione Hill-Fonda è un’invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da Sergio Leone.

Giovedì 16 luglio  (gran finale)    
Ore 21.00  I capolavori di Sergio Leone “PER UN PUGNO DI DOLLARI” 1964 con Clint Eastwood e Gian Maria Volontè
Un pistolero solitario senza nome arriva su un mulo in una cittadina messicana di frontiera, divisa in due fazioni violente, e vende i suoi servizi al migliore offerente, mettendo gli uni contro gli altri. Erano già stati prodotti alcuni western in Italia, ma quello di Leone (lo pseudonimo Bob Robertson è un omaggio al padre Roberto Roberti, regista del muto) è il 1° western all’italiana che piacque alle platee popolari come a quelle borghesi proprio perché non assomigliava ai western americani. Costato 120 milioni, incassò quasi 2 miliardi e fu venduto in mezzo mondo. Il suo successo aprì nuove prospettive nell’impiego della violenza sullo schermo di cui si giovarono altri registi come Peckinpah e lo stesso Kubrick. Fotografia di Jack Dalmas (Massimo Dallamano), musiche di Dan Savio (Ennio Morricone), scene e costumi di Charles Simons (Carlo Simoni).