Operazione ‘Oro rosso’: sequestrate otto tonnellate di rame rubato

25 giugno 2009 | 23:53
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Operazione ‘Oro rosso’: sequestrate otto tonnellate di rame rubato

Fermato ad Ardea il capo della banda. Effettuati da gennaio sedici arresti

Il Faro on line – Grosse quantità di rame rubate su commissione in tutta Italia, principalmente da nomadi sulle colonne delle linee ferroviarie, che confluivano in un deposito di via Strampelli ad Ardea per poi essere fuse e rivendute per utilizzi industriali. E’ di oltre 13 tonnellate di rame e di una di alluminio, il quantitativo sequestrato in tre controlli effettuati a partire dall’inizio dell’anno nella ditta Metallitalia di Ardea dalla Polfer Lazio diretta da Carlo Casini. L’operazione “Oro rosso”, coordinata dalla Procura di Velletri, ha portato complessivamente a cinque arresti per ricettazione, tredici avvisi di garanzia, e, a partire da gennaio, all’arresto di 11 nomadi sorpresi a rubare nei pressi di stazioni ferroviarie. A finire in manette, A.S., fermato ad Ardea e mente del giro, G.F., titolare ufficiale della ditta di Ardea, D.F., collaboratore all’interno della ditta, e un padre e un figlio napoletani, C.M e G.M, scoperti mentre consegnavano otto tonnellate di rame rubato diretto alla Metallitalia.
“Credo che si tratti del sequestro di rame e alluminio più consistente in Italia. – ha spiegato il dirigente della Polizia Ferroviaria del Lazio, Carlo Casini – Negli ultimi anni ci siamo resi conto degli enormi quantitativi di rame rubati sulle linee ferroviarie, arrecando un grave danno ai treni che finiscono per fermarsi. Se nel 2006, i furti nel Lazio sono stati 359 e 66 i controlli effettuati nei depositi, quest’anno abbiamo deciso di cambiare strategia incrementando i controlli dei depositi. Nel 2009 ne abbiamo ispezionati 443 ed i furti sono scesi a 12. Fra i depositi controllati c’è stato nei mesi scorsi quello della Metallitalia, dove in primo sequestro avevamo trovato 2,7 tonnellate di rame e denunciato il titolare, G.F. Da lì abbiamo interessato la procura di Velletri ed avviato un’indagine con pedinamenti e intercettazioni telefoniche.
Abbiamo poi eseguito un secondo sequestro di oltre una tonnellata  e l’ultimo, circa 2 mesi fa, di oltre 8 tonnellate”. Nel giro d’affari, con cui si comprava in contanti il rame rubato a circa 3 euro al chilo e poi fuso e rivenduto a circa 8 euro, c’erano anche due donne che avevano il ruolo di mediatrici tra la ditta e i ladri di rame.