Centri estivi per portatori di handicap, un percorso ad ostacoli

29 giugno 2009 | 02:22
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Centri estivi per portatori di handicap, un percorso ad ostacoli

Ardea – La proposta di Prc: integrare le ore di assistenza con quelle scolastiche

Il Faro on line – “Apprezziamo e prendiamo atto del tentativo di interessamento da parte dell’assessore, sul tema centri estivi per  bambini e ragazzi in situazione di handicap. Pur se una forzatura, viste le pressanti richieste, l’assessore ha  convocato le associazioni locali dei genitori, e ha proposto il suo progetto, dopo aver illustrato nel dettaglio la tragica situazione economica in cui versano i servizi sociali di Ardea, Bontà sua!” Lo dice una nota del Gruppo di lavoro Servizi Sociali del Prc di Ardea. “Il comune – prosegue la nota – erogherà un bonus a famiglia, non specificando bene l’entità, ma la cifra oscillerebbe tra i 50 e i 90 euro a seconda forse del reddito, non è stata esaustiva su questo punto. Ovviamente, la famiglia dovrà cercarsi il centro disposto ad accogliere il ragazzo/a, pensate,con  la possibilità di rivolgersi a strutture anche fuori comune… Alla domanda, ma per il trasporto? L’assessore non risponde, non sa rispondere, ma ammette che in questo caso, i costi sono nettamente inferiori alla istituzione di un centro estivo, insomma è riuscita ad ottenere lo stanziamento di 5000 euro,da spostare in bilancio… Questo è quanto!
Ora – prosegue la nota di Rifondazione – se calcoliamo che un centro estivo può costare tra gli 85/ 120 euro settimanali,se aggiungiamo a questo il costo di una assistente da affiancare al ragazzo/a, per tutto l’orario di permanenza, e ci mettiamo anche, per essere precisi il costo di trasporto, anche se privato,in considerazione del fatto che non tutte le mamme guidano, immaginiamo che il peso economico per le famiglie, diventa davvero impegnativo, e torniamo alla selezione sociale ed economica per cui solo alcuni potranno mandare i propri figli speciali da qualche parte. Tanto per essere propositivi, come solo noi di Prc sappiamo essere, ci chiediamo, non si poteva proporre alle famiglie il sostegno per l’assistenza, a carico dell’ente, e i costi centro estivo a carico delle famiglie? Del resto bastava integrare le ore di assistenza domiciliare con quelle scolastiche, in virtù del fatto che la scuola è chiusa e il costo cessa d’essere, o ancora un servizio di trasporto offerto dal comune, piuttosto che la penosa condizione del” veditela tu!”.