Premio Fregene: tradizione e passione a sostegno della cultura

6 luglio 2009 | 17:14
Share0
Premio Fregene: tradizione e passione a sostegno della cultura

Pallotta: ‘La qualità di un premio si esprime nelle opere, nei personaggi e nelle idee’

Il Faro on line – Applausi per la XXXI edizione del Premio Fregene in programma presso l’arena Fellini sul Lungomare di Levante 50. Nel corso della manifestazione sono stati premiati Alicia Giménez Bartlett, Premio Internazionale per il “Il silenzio dei chiostri” Sellerio editore Palermo; Simonetta Agnello Hornby nella narrativa per “Vento scomposto” Feltrinelli. Arrigo Levi per il giornalismo con “Una vita non basta” Il Mulino, Marcello Sorgi nella saggistica per “Edda Ciano e il Comunista” Rizzoli, Giuseppe Carrisi per la saggistica critica sociale per: “Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato”, Newton Compton Editori e infine Fabio Benzi premio speciale per “Il Futurismo”, Ed. Federico Motta. Il Premio consiste in una scultura appositamente realizzata da Claudio Franchi, argentiere, orafo, designer, storico dell’arte e restauratore di oreficerie antiche e in un assegno di 2.500 euro

La manifestazione, si è svolta con l’adesione del Presidente della Repubblica e ha ricevuto, inoltre, i seguenti patrocini: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Affari Esteri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero delle Pari Opportunità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Presidenza della Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio, Presidenza della Provincia di Roma, Comune di Fiumicino.

Il Presidente della Repubblica quest’anno, ha inviato una Targa al Premio Fregene per la qualità della Manifestazione. “Un riconoscimento – spiega Marina Pallotta – tanto inatteso quanto desiderato. Il segno di apprezzamento giunge a noi particolarmente gradito innanzi tutto perché è il gesto di stima di un Presidente molto amato che dà prestigio al Paese con il suo stile, con la sua saggezza, con la positività delle scelte. La targa ci è cara, inoltre, perché dietro alla cerimonia di premiazione c’è tanto lavoro e uno studio perenne. La qualità di un premio si esprime infatti nelle opere, nei personaggi e nelle idee cui essi sono depositari, per promuovere un’ottima letteratura ma anche al fine di provocare una valutazione storica, artistica, e un sentimento di solidarietà, e per riflettere sul nostro Paese e su quanto accade intorno a noi. Da questi obiettivi parte il delicato lavoro della Giuria ed è ai suoi membri che dedico con gratitudine questa Targa”.

La Giuria era composta da Claudio Angelini, Fabrizio Battistelli, Paola Cacianti, Toni Capuozzo, Fulvio Damiani, Laura Delli Colli, Gianpiero Gamaleri, Luciano Onder, Marina Pallotta, Maria Rita Parsi, Daniela Tagliafico, Marcia Theophilo. Giurati onorari: Angelo Consalvo, Rossana Montesperelli e Mario Verdone.

Le motivazioni ai premi

Premio internazionale ad ALICIA GIMENEZ-BARTLETT
Motivazione di MARINA PALLOTTA

Alicia Giménez-Bartlett è unanimemente riconosciuta come una delle icone del noir mediterraneo. Vincitrice del premio “Feminino Lumen” come miglior scrittrice spagnola e in vetta alle vendite in tutta Europa, deve la sua notorietà al ciclo di romanzi con Petra Delicado, il poliziotto più duro ed efficiente del distretto di Barcellona che, insieme al suo collaboratore, il viceispettore Fermin Garzón, affronta difficili casi di omicidio. Il giallo, considerato finora appannaggio dell’area anglosassone, con Montalban, Bartlett, Camilleri, Carofiglio, si è insediato saldamente nella sua forma più originale nell’area mediterranea e ormai sia in Italia che in altri paesi non viene considerato narrativa di genere, ma letteratura. Ecco dunque che la “novela negra” di Alice Giménez Bartlett sa essere narrativa, e analisi della società, e diventa uno strumento per raccontare il mondo di oggi, per spiegare cosa sta succedendo, cosa pensa la gente. La Bartlett con la sua scrittura leggera e un certo distacco ironico ha creato una galleria di attori che affollano le quinte dell’intrigo criminale, e uno straordinario personaggio femminile: una poliziotta, di mezza età, sufficientemente adulta da poter riflettere sulla vita, sul lavoro, sulla società. Petra è il nome, Delicado il cognome. Il suo carattere è già tutto racchiuso in questo  ossimoro: è dura come una pietra, piange pochissimo, è una donna sfottente, indipendente, decisa e con un umore che solitamente va dal cattivo al pessimo…ma quando l’umore è passabile l’ispettrice Delicado ha un fenomenale senso dell’umorismo, ascolta Chopin e gode nel sedurre maschi di bell’aspetto. Petra e Fermin sono una delle coppie più divertenti della letteratura gialla degli ultimi anni. Tra di loro c’è un falso antagonismo esteriore, si punzecchiano, ma entrambi si rispettano e tengono in conto le osservazioni che l’uno fa all’altra.
Dopo Evgenij Evtuscenko, Henric Harrer, Jostein Gaarder, Paulo Coelho, Manuel Vasquez Montalban, Tahar Ben Jelloun, la Giuria è felice di attribuire il Premio Internazionale Fregene 2009 ad Alicia Gimènez Bartlett.

Narrativa: SIMONETTA AGNELLO HORNBY
Motivazione di MARCIA THEOPHILO

La narrativa di questo nuovo libro di Simonetta Agnello Hornby porta nel suo stesso titolo “Vento Scomposto “suggerimenti  orientativi sul contenuto. Una Londra teatro di una vicenda di interni di una famiglia alto borghese, ma anche di periferie e aule di tribunale e di donne che in principio si organizzano nei Servizi Sociali  per rivendicazioni fondamentali come asili nido ed assistenza agli emigrati, e poi finiscono per prendere coscienza dei loro bisogni più intimi. L’autrice ci fa pensare seriamente con la sua audacia d’espressione ad elementi nuovi nel nostro tempo, l’evoluzione del post femminismo nel mondo femminile, la sua depurazione. La sua opera ha una palpitazione ardentemente umana le cui esperienze si depurano nel dialogo, si affinano eliminando ogni elemento superfluo. L’idea di sintesi come preparare un processo giuridico é l’architettura del romanzo, che non elimina l’emozione. Oggigiorno sappiamo che anche il più limpido testo letterario è doppio con una seconda fase dell’analisi dell’inconscio. Questo libro di Simonetta é come un processo a cui il lettore partecipa per completarlo. Il suo libro è una scrittura che si vive a fior di pelle, un dono che marca la natura di chi sa proiettare su se stesso questo essere sconosciuto che é il mondo interiore.

Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo e vive a Londra dove svolge la professione di avvocato Special Educational Needs and Disability. Il suo studio legale nel quartiere di Brixton lavora per lo più con la comunità nera e musulmana.  Ha già pubblicato tre romanzi: La Mennulara, La zia Marchesa e Boccamurata.

Giornalismo: ARRIGO LEVI
Motivazione di FABRIZIO BATTISTELLI

E’ un giornalista proiettato nel mondo, Arrigo Levi, anzi nei mondi. Rinfranca l’anima – in un tempo e in uno spazio dominati dai gossip del Palazzo, della Casa, della Villa – librarsi sulle pagine di Un paese non basta, il Mulino, 2009. Guidati dall’autore, anche noi viaggiamo: dalla provincia italiana più gentile improvvisamente aggredita dalle leggi razziali, alle grandi prospettive metropolitane della Buenos Aires del 1940, dal deserto biblico sulle sponde del Mar Morto, alla Londra nebbiosa, povera e dignitosa del dopoguerra.
Questa proiezione è resa possibile a Levi da specialissime circostanze esistenziali, di volta in volta amare ed entusiasmanti. Ma è anche iscritta nella personalità e nella storia dell’esponente della piccola comunità di “Italiani di fede mosaica” da secoli parte viva della città di Modena. Il fascismo potrà momentaneamente disperderla ma non ne potrà cancellare la vivacità intellettuale e umana, la propensione allo studio, l’indipendenza di giudizio.
Preziosa eredità di questa appartenenza, il cosmopolitismo è il passaporto che consente a Levi non di visitare bensì di vivere i tanti luoghi altri incontrati nella lunga vita di giornalista e di testimone. Esso è anche la lente attraverso cui guardare i luoghi della propria infanzia e quelli, non distanti, in cui pure ha deciso di trascorrere il resto della sua vita. L’equilibrio, l’understatement, la ragionevole dose di umorismo con cui l’autore parla dell’Italia non sono distacco ma, al contrario, il segno di un profondo investimento affettivo: espresso con una sobrietà che oggi è, per tutti noi, un insegnamento.

Saggistica: MARCELLO SORGI
Motivazione di GIANPIERO GAMALERI

Marcello Sorgi è giornalista completo, a tutto tondo. La sua biografia professionale lo prova in modo inequivocabile. Ha dimostrato di saper passare dalla carta stampata, alla radio, al telegiornale sempre con responsabilità di vertice. E, in più, di essere altrettanto efficace sia nella complessa conduzione di una testata che nella stesura di un singolo pezzo. Ed ora, con questo prezioso volume, agile e approfondito, dedicato all’ “inconfessabile passione della figlia del Duce” intitolato “Edda Ciano e il comunista”, si conferma scrittore capace di entrare contestualmente nello sviluppo della storia e nelle pieghe dei sentimenti”. Il rapporto di questa donna ancor giovane, temprata da dolori da tragedia greca, confinata a Lipari con un uomo che nelle categorie politico-sociali avrebbe dovuto essere il suo opposto, il partigiano comunista Leonida Bongiorno, è la riprova che la nostra umanità trascende le anguste categorie in cui la storia cataloga movimenti e individui. Individui che diventano persone capaci di incontrarsi al di là degli intralci che le convenzioni ci gettano addosso. E così prefigurano assetti futuri, più liberi da condizionamenti, più legati alla vera essenza dell’umano. Naturalmente per narrare una storia del genere, così difficile, delicata e intensa, occorreva un giornalista, anzi uno scrittore capace di scendere nelle profondità dell’umano. E con questa opera Marcello Sorgi dimostra di saperlo fare, non solo valorizzando due profili personali, ma anche intrecciandoli con un’evoluzione storica destinata a superare angusti pregiudizi.

Saggistica/Critica Sociale: GIUSEPPE CARRISI
Motivazione di MARIA RITA PARSI

In Giuseppe Carrisi e nello straordinario saggio “Tutto quello che dovresti sapere sull’AFRICA e che nessuno ti ha mai raccontato” (Newton Compton Editori) il Premio Fregene onora la capacità di aver saputo intrecciare il paradosso immanente che grava su quel Continente, lacerato fra la geopolitica della crisi e dello sfruttamento le sue immense  potenzialità. Nel dettagliato e documentatissimo testo appare,infatti, evidente il bivio che si apre innanzi ai popoli africani che, per  risorse naturali e umane,  potrebbero diventare propulsivi nel XXI secolo ma che, al contempo, debbono trovare una via  autonoma allo sviluppo, sfuggendo a nuovi colonialismi sfruttamenti, guerre. Comunque, malgrado gli ultimi decenni siano stati insanguinati da conflitti etnici, carestie, pandemia e la falcidia del virus HIV, e avvelenati da corruzione, instabilità politica, dittature, in Africa, come attesta Carrisi, si sta faticosamente radicando la democrazia con l’apporto dei giovani, delle donne, di gruppi dirigenti positivamente impegnati. Il vasto contributo che Carrisi dà ad una migliore conoscenza della reale situazione di quest’area importante del Pianeta è prezioso e dovrebbe stimolare e documentare i responsabili della politica estera europea affinché sostengano, in modo costante, forte e competente, lo sforzo di crescita ed emancipazione economica dei popoli africani

Premio Speciale a FABIO BENZI
Motivazione di MARINA PALLOTTA

Fabio Benzi, professore ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, ove è anche Presidente del Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali, è uno dei maggiori studiosi dell’arte del Novecento italiano. Ha svolto numerosi studi e pubblicato libri e contributi sulla pittura e scultura dalla seconda metà del XIX al XX secolo, su temi che vanno dal preraffaellismo inglese all’arte europea tra le due guerre, con particolare attenzione ai principali movimenti e artisti di quegli anni. Una continuità particolare di ricerca si è concentrata su art nouveau, Déco, Futurismo, “Valori Plastici”, “Novecento italiano”, Scuola Romana e sulle correnti post-impressioniste europee, nonché sui rapporti tra arte e fascismo. In particolar modo ha pubblicato monografie su Giacomo Balla, Giuseppe Capogrossi, Felice Carena, Emanuele Cavalli, Giorgio de Chirico, Francesco Paolo Michetti, Gino Severini, Galileo Chini, Arturo Martini, Mario Sironi. Ultimi suoi libri sono Liberty e Déco. Cinquant’anni di stile italiano 1890-1940 (2007); sempre nel 2007 Benzi ha pubblicato una monografia approfondita su Giacomo Balla (1871- 1958). Alla fine del 2008, a cent’anni di distanza dalla pubblicazione del Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti (5 febbraio 1909) Fabio Benzi dà alle stampe Il Futurismo una vasta monografia con imponente apparato iconografico, un’impresa titanica che fa il punto sullo “stato dell’arte” non solo della storia del movimento, ma anche dei contributi scientifici degli ultimi decenni. Nell’introduzione Benzi prova a fare un illuminante elenco, dalla velocità, all’aggressività, alla multiformità del Futurismo, che può aver incentivato il fenomeno. “Bulimia centrifuga”, la definisce, quella di un movimento che ha irraggiato non solo pittura e scultura, ma cinema, fotografia, poesia, teatro, musica, design, arredamento, grafica e chi più ne ha più ne metta. Il volume si dipana dal primo manifesto fino alla morte di Marinetti attraverso la disamina delle sue tappe, delle sue trasformazioni, dei suoi protagonisti.