‘La casa che saranno’: musica, ballo e parole si accendono sul palco

30 luglio 2009 | 23:40
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‘La casa che saranno’: musica, ballo e parole si accendono sul palco

Applausi per la rappresentazione teatrale tratta dal libro dello scrittore di Casalpalocco, Pierluigi Aristei

Il Faro on line – Da una parte un narratore che riporta al pubblico la sua opera quasi osservandola una seconda volta. Dall’altra due personaggi che si animano nel procedere del racconto… A creare un ponte ideale tra queste due dimensioni una donna: misteriosa, euforica, inquieta. E’ lo spirito della scrittura che dalla voce del narratore infonde la vita nei due personaggi: Li muove, li accompagna, li aiuta nel loro esprimersi…

E’ la messa in scena del libro dello scrittore di Casalpalocco, Pierluigi Aristei, “La Casa che saranno” realizzata dal regista Alfredo Fiorillo. L’opera è stata rappresentata nell’ambito della rassegna teatrale Arteterrazze sul palco del centro commerciale Le Terrazze di Casal Palocco davanti a un nutrito pubblico.

Pensieri, momenti di vita vissuta, dialoghi, danze.. hanno preso forma e dato vita alla storia in un avvolgente dimensione musicale.

In scena Natacha Daunizeau, Carolina di Monte, Camillo Marcello Ciorciaro. Nella parte del narratore, Pino Calabrese, volto noto al pubblico italiano per aver lavorato con registi del calibro di Pupi Avati, Lorenzo Tornatore e Roberto Faenza. La realizzazione è stata invece curata dalla giovane produzione Dream2Reality.

“Ho cercato di entrare nelle righe del romanzo di Pierluigi Aristei attraverso una lettura che evidenziasse più i sentimenti dell’artista/protagonista e lasciando apparentemente i personaggi in secondo piano. – ha sottolineato il regista Alfredo Fiorillo, in concorso, tra l’altro, con un proprio cortometraggio al Festival indipendente di Venezia – Ho voluto fare dell’opera romanzata una partitura musicale in cui emergesse l’aspetto creativo di un autore ideale. Passare dalla fase emozionale del processo creativo dell’autore, per arrivare alla realizzazione dell’opera nel segno concreto della scrittura, attraverso personaggi che mutano continuamente nel prendere vita.”

Immobile, dietro al pubblico, quasi nascosto nel suo inseparabile cappello di Borsalino, un emozionato Pierluigi Aristei, ha scrutato ogni movimento della rappresentazione scenica. Una curiosità: Lo scrittore, a parte lunghi confronti con il regista sui concetti narrativi del romanzo, avvenuti nel corso di interminabili cene, non ha assistito alle prove per gustarsi “l’impatto emotivo della novità”.

“Alfredo Fiorillo ha saputo leggere bene l’opera e soprattutto carpire la scintilla creativa che mi ha portato a scrivere questo romanzo. – ha spiegato Pierluigi Aristei – E’ stata una vera emozione veder muoversi sotto ai riflettori le immagini e i pensieri che, fino a quel momento, giacevano fermi sulla superficie della pagina”.
E ora?
“Al momento sto ragionando su un nuovo romanzo. Ma per quanto riguarda il progetto teatrale stiamo prevedendo nuovi appuntamenti in spazi ancora da definire ma che verranno presto comunicati”.     
Riccardo Ragozzini