Legambiente: Bandiera Nera per il progetto di due porti sul litorale

31 luglio 2009 | 23:53
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Legambiente: Bandiera Nera per il progetto di due porti sul litorale

Groccia: ‘A Fiumicino sarebbe collocato nel pieno della foce del Tevere. Ad Anzio oscurerebbe completamente il centro cittadino’

Il Faro on line – Goletta Verde di Legambiente consegna la Bandiera
Nera 2009 all’Amministrazione comunale di Anzio, azionista di
maggioranza della società Capo d’Anzio, per il “faraonico progetto del
nuovo porto” e alla società Iniziative portuali (IP), “per il folle
progetto” del Porto di Fiumicino. Lungi dall’essere due casi isolati,
Anzio e Fiumicino si accompagnano a numerosi altri progetti di nuovi
porti o ampliamenti, sparsi per tutta la Regione: “se si dovessero
realizzare tutti si arriverebbe a totalizzare complessivamente oltre 10
mila nuovi posti barca”, come denuncia il dossier Porti nel Lazio
presentato questa mattina da Goletta Verde.

“Nel dettaglio, così come concepita, l’opera portuale ad Anzio – spiega Nunzio Cirino Groccia, segreteria nazionale Legambiente – occuperebbe uno spazio d’acqua: la bellezza di 134.000 metri quadri, equivalenti a quasi dieci volte il centro storico della città, con una capacità di 791 posti barca, contro i 200 attualmente esistenti, ospiterebbe giganti del mare lunghi fino a 50 metri e si accompagnerebbe alla realizzazione di un parcheggio da 475 posti. Come se non bastasse, il nuovo porto rosicchierebbe sabbia dalle spiagge dei litorali circostanti. Dulcis in fundo, non convince la procedura di approvazione del progetto. Questi i motivi per cui il Primo cittadino di Anzio conquista a pieno titolo il poco ambito vessillo dei pirati del mare per il faraonico progetto che, se realizzato, oscurerebbe completamente il centro cittadino e creerebbe seri problemi di erosione e insabbiamento della costa”.

“Del tutto folle il progetto del nuovo porto di Fiumicino della società Iniziative portuali (IP),
che vede assegnata una seconda Bandiera nera. L’enorme struttura sarebbe collocata nel pieno della foce del Tevere, con un’estensione di 104,29 ettari totali di cui 77,40 per opere a mare, 26,89 per opere a terra e 4,5 per l’area cantieristica; per ben 1.445 posti barca per imbarcazioni da 10 a 60 metri. Un gigante nell’Isola Sacra, ad appena 200 metri dal porto di Ostia. L’assalto dei porti turistici è diventato un vero e proprio escamotage per urbanizzare la costa, derogando e aggirando i piani urbanistici – commenta Groccia – un business da milioni di euro che ruota intorno alla costruzione di una miriade di posti barca inutili e ingiustificati con relativo corollario di strade, bar, negozi, parcheggi e centri commerciali, con il serio rischio di innescare gravi fenomeni di erosione costiera e scomparsa di spiagge. Progetti per cui le amministrazioni locali fanno a gara nell’intento di accaparrarsi risorse pubbliche, che in questo caso arrivano a pioggia, ma che non rappresentano certo un modello di sviluppo lungimirante del territorio. Mentre la strada dello sviluppo sostenibile passa per la conservazione e la valorizzazione del territorio e per un turismo di qualità, inteso come una risorsa intelligente”.

Prevedere i 10 mila posti barca tra porti e approdi è la linea guida del Piano della
mobilità della Regione Lazio, non ancora approvato. Un numero faraonico considerando i 360 chilometri di costa della regione. Ben 1.100 dei nuovi posti messi in cantiere sono previsti sulle isole, 4.970 sul continente e 3.970 arrivano dai nuovi approdi turistici. Tra tanti numeri, diversi i casi particolarmente eclatanti, a partire da quello ipotizzato a Cala dell’Acqua a Ponza, un nuovo porto da 500 posti barca classificato dallo stesso Piano regionale come a elevato rischio ambientale, o del porto romano di Ventotene, che se realizzati farebbero scempio dell’arcipelago pontino. Non meno gravi le proposte per il nuovo porto alla Foce del Fiora (Montalto di Castro, 600 nuovi posti barca), per quello a Ladispoli (400 nuovi posti barca) e per gli ampliamenti del porto di S. Marinella (che passerebbe da 210 a 500 posti), di quello di Terracina (da 120 a 500 posti), del porto di Gaeta (con 400 nuovi posti barca) o addirittura a San Felice Circeo, all’interno del Parco Nazionale del Circeo. Se non bastasse ci sono poi i progetti fuori dal piano come quello del nuovo porto di Formia, circa 630 posti barca nel bel mezzo del golfo, in quella che secondo Legambiente dovrebbe essere un’area sensibile piuttosto che un luogo dove realizzare progetti dal così forte impatto ambientale.