‘Pomezia: allarme occupazione alla Di.Ma. costruzioni’

31 luglio 2009 | 18:37
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‘Pomezia: allarme occupazione alla Di.Ma. costruzioni’

L’intervento del segretario generale della Fillea Cgil: ‘Da 2 mesi senza stipendio 180 lavoratori’

Il Faro on line – La Fillea Cgil di Roma e Lazio, lancia un allarme sulla tenuta occupazionale e finanziaria dell’impresa Di.Ma. Costruzioni di Pomezia, dove 180 dipendenti non ricevono gli stipendi e salari da due mesi e l’azienda non versa i relativi accantonamenti già trattenuti sulle buste paga, alla cassa edile di Roma e provincia, tanto che i lavoratori non percepiranno il pagamento delle ferie maturate
“La Di.Ma. Costruzioni, impresa dove i rapporti sindacali sono stati sempre pessimi, tanto da impedirci spesso di svolgere anche la nostra normale attività di tutela e prevenzione, sia dal punto di vista contrattuale che sulla sicurezza, anche in questa circostanza si è riproposto tale atteggiamento di ostracismo nei nostri confronti e restiamo ancora in attesa di una convocazione da parte della società Di.Ma. Restiamo in attesa anche della convocazione del sindaco a cui abbiamo fatto richiesta per farsi parte attiva in una vertenza che ha riflessi negativi sulla economia del  territorio già compromesso dalla crisi.
Sono state dichiarate otto ore di sciopero di tutti i cantieri della società nella provincia di Roma, che verranno utilizzate per una manifestazione nella città di Pomezia”
Questa la dichiarazione del Segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio, Roberto Cellini, che così continua: “E’ questo della società Di.Ma. l’ulteriore segnale negativo nel  settore delle costruzioni, di una crisi che va sempre più assumendo caratteristiche drammatiche. Registriamo  non più  una normale flessione di attività congiunturale, ma la crisi ha ormai caratteristiche strutturali, che si manifesta in una diminuzione dei bandi di gara, speso dovuto al patto di stabilità e attraverso una di munizione di addetti, che oggi è nell’ordine del 10 per cento, ma già alla ripresa dell’attività di settembre assumerà un fisionomia drammatica. La caratteristica di micro-imprese e la parcellizzazione del settore non ci consentirà neanche il ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari o in deroga per tutelare il reddito dei lavoratori edili, che saranno espulsi dal ciclo produttivo andando, come sempre succede, ad alimentare il lavoro nero ed irregolare o la mancanza di sicurezza nei pochi cantieri che rimarranno aperti. Si contribuirà in oltre, ad esasperare un clima già difficile, tra lavoratori italiani e stranieri, di cui il settore vanta una percentuale di presenza del 50% circa. Riteniamo che sia utile nelle crisi di queste dimensioni, una triangolazione o concertazione, mantenendo ruoli distinti per il pezzo di interessi rappresentati, tra parti sociali e istituzioni per evitare ripercussioni forti sia a livello economico che sociale del nostro territorio”.
“Siamo assolutamente convinti – conclude Cellini – che una gestione scellerata o superficiale della crisi, ci riconsegnerà un settore peggiore di come lo abbiamo trovato, il quale se ha stentato a crescere “culturalmente” nei momenti di sviluppo economico, oggi non potremmo consentire un ulteriore peggioramento e per questo chiediamo a tutti un assunzione di responsabilità“.