‘CasaPound, sgomberata con la forza l’occupazione in via Oletta’

4 agosto 2009 | 00:48
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‘CasaPound, sgomberata con la forza l’occupazione in via Oletta’

Iannone: ‘E’ sconcertante osservare come venga tutelato il diritto di tenere una palazzina disabitata da 50 anni’

Il Faro on line – Si è conclusa con lo sgombero della palazzina e la denuncia di numerosi militanti di Casapound Italia l’occupazione di uno stabile in via Oletta ad Ostia.
“Per liberare lo stabile – spiegano dall’associazione – sono intervenuti oltre 100 agenti in tenuta antisommossa mentre le famiglie occupanti e i militanti di Casapound hanno abbandonato la palazzina dopo un ‘salvacondotto’ che evitasse le denunce alle famiglie”.
I militanti di Cpi accompagnati in caserma sono stati rilasciati dopo poche ore.

“E’ sconcertante osservare con che solerzia venga tutelato il diritto di una impresa di costruzioni di tenere una palazzina incustodita per 20 anni e disabitata da 50 – afferma Gianluca Iannone, responsabile nazionale di Casapound Italia – Giustizia è fatta, il piccolo patrimonio di appartamenti abbandonato da oltre 50 anni rientra nella piena disponibilità della impresa di costruzioni che lo ha abbandonato. Uno spreco, uno schiaffo in faccia alle migliaia di famiglie romane che attendono una mossa, una semplice mossa da parte dei letargici enti locali, per sperare di veder costruire una sola casa pubblica. L’efficenza e la rapidità sono parole conosciute allo Stato solo per garantire i diritti dei grandi proprietari di appartamenti: il diritto di abbandonare case per 50 anni, come se fossero immondizia dimenticata in giardino. Continueremo con ogni mezzo a combattere questa odiosa arroganza dei costruttori romani”.

“E’ immorale e sbagliato – ha dichiarato Iannone – che in una città
come Roma, dove l’emergenza abitativa è uno dei problemi più gravi e
irrisolti, questi spazi vengano lasciati vuoti ed abbandonati al
degrado e spesso alla speculazione. L’unica soluzione è il ‘mutuo
sociale’, ovvero un mutuo che non passi per le banche e che non superi
un quinto delle entrate della famiglia, affermando il principio del
diritto alla proprietà della casa.”