Società intestate a clochard e morti: truffe per 50 milioni di euro

4 agosto 2009 | 00:41
Share0
Società intestate a clochard e morti: truffe per 50 milioni di euro

Le indagini della Finanza sono partite da Pomezia. Tre arresti e 64 denunce

Il Faro on line – Un sistema di false fatturazioni, che attraverso la creazione di 86 società fittizie intestate a barboni, anziani e perfino a due persone decedute, ha consentito a un’organizzazione criminale un’evasione fiscale di 50 milioni. A scoprirlo, dopo circa 3 anni di indagini con un’operazione denominata “dirty papers”, i finanzieri del comando di Roma, che hanno arrestato 3 persone per truffa e associazione a delinquere, e denunciato 64 persone di cui 6 per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e 58 per reati tributari. Le indagini, eseguite dalle Fiamme Gialle di Pomezia, sono partite con una verifica fiscale effettuata ad una società che commercializzava materiale edilizio, gestita da M.W. italiano di 40 anni, residente a Pomezia con precedenti specifici di polizia.
L’imprenditore di Pomezia gestiva una società di materiale edilizio e già agli arresti per reati fallimentari. L’uomo, con l’ausilio della segretaria, L.S. di 35 anni e della commercialista, M.S. di 56 anni, aveva individuato circa 300 società del settore edile in dissesto alle quali le 86 fittizie emettevano fatture per operazioni insesistenti per creare falsi costi, in modo tale da evadere l’Iva e le imposte dirette. La rete si era avvalsa inoltre della complicità di un funzionario del ministero del Lavoro, già arrestato qualche mese fa dalla polizia di stato, che aveva fatto ottenere finanziamenti pubblici alle società coinvolte. Le indagini di “Dirty papers”, eseguite dalle Fiamme gialle di Pomezia, sono partite nel 2006 da una verifica fiscale nei confronti dell’imprenditore ed hanno avuto una svolta con il ritrovamento di tre valigette che contenevano decine di timbri delle false società, intestate a senza fissa dimora, anziani e due persone decedute, pagati a prestazione o con un ‘quantum’ al mese. Durante i controlli della guardia di finanza sono stati scoperti inoltre circa 200 lavoratori in nero che operavano per una delle 300 società coinvolte nel sistema di fatturazioni false e che aveva così ‘risparmaito’ oltre un milione di euro con il mancato versamento di contributi previdenziali ed assistenziali.
“Questa attività nasce da un’intensificazione del controllo del territorio in relazione a specifiche disposizioni del comando generale e dell’autorità governativa – ha spiegato il comandante della guardia di finanza di Roma, Andrea De Gennaro – e mira a far emergere filoni di evasione fiscale che non riguardano soggetti già noti”.