Aids, decifrato il genoma della malattia

6 agosto 2009 | 18:12
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Aids, decifrato il genoma della malattia

Decifrato per la prima volta il genoma del virus Hiv. Ci sono riusciti i ricercatori dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, Usa, conquistando la copertina di ‘Nature’. I risultati hanno notevoli implicazione per la comprensione delle strategie usate dai virus, come quello che causa l’Aids ma non solo, per infettare l’uomo. Si spiana inoltre la strada a nuove ricerche che potranno accelerare lo sviluppo di farmaci antivirali.


L’Hiv, come i microrganismi che causano l’influenza, l’epatite C e la polio, immagazzina le proprie informazioni genetiche nell’Rna piuttosto che nella doppia elica del Dna. In genere, le informazioni codificate nel Dna sono quasi del tutto nella sequenza dei suoi ‘mattoncini’, i nucleotidi, ma quelle racchiuse nel Rna sono più complesse. Precedenti ricerche avevano ricostruito solo piccole regioni del genoma del Rna dell’Hiv. Ma quest’ultimo, sottolinea Kevin Weeks, professore di chimica all’ateneo americano e coordinatore dello studio, è molto grande, composto da due filamenti di circa 10 mila nucleotidi ciascuno.


Il chimico ha utilizzato la tecnologia sviluppata nel suo laboratorio per analizzare l’architettura dei genomi di virus isolati da colture contenenti trilioni di particelle virali, fatte crescere dagli esperti del National Cancer Institute. Il team si è poi allargato ad altri ricercatori dell’università della Carolina del nord, per arrivare alla conclusione che le strutture di Rna influenzano numerose fasi del ciclo infettivo dell’Hiv. In pratica, secondo gli autori, in futuro si potrà fare luce suoi ruoli giocati dal genoma del Rna nel ciclo vitale di virus come l’Hiv. “Un approccio – spiegano – sarà quello di modificare la sequenza di Rna e vedere se il virus ne accorge. Perché se così fosse, significa che hai modificato o colpito qualcosa molto importante per lui e per la sua crescita”. Inoltre, spiega Weeks, “stiamo cominciando a capire i trucchi che il genoma usa per aiutare il virus a non essere ‘scoperto’ dall’organismo umano ospite”. (Adn Kronos)