Il branco e le bande giovanili, nel libro di Aurelio Spaziani

26 agosto 2009 | 02:16
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Il branco e le bande giovanili, nel libro di Aurelio Spaziani

Il Faro on line – “Fino a qualche decennio fa la famiglia era caratterizzata da una struttura interna rigidamente designata con un padre dedito al lavoro (…) e una madre regina della casa. (…) Tale costellazione familiare era caratterizzata da un forte investimento etico-morale sui figli tanto che l’interiorizzazione delle norme stimolava un forte senso di colpa in chi le disattendeva. (…) Oggi, la configurazione interna della famiglia è radicalmente cambiata”.
Già dalle prime righe del suo saggio, Aurelio Spaziani, sostituto commissario di Polizia di Stato, focalizza uno dei punti cardine da cui prende vita il fenomeno delle bande giovanili. Punto cardine, da cui prende il via un’analisi che tende a oltrepassare la semplice percezione del fenomeno. Da sempre attento alle tematiche che riguardano abusi sui minori, maltrattamenti, consumo di droghe, bullismo e forme di aggressività, ha inserito nel suo libro, “Il fenomeno delle bande giovanili: il profilo criminale del branco”, tutta l’esperienza raccolta in anni di lavoro.

Come ci si deve porre davanti a questo fenomeno?
“Gli episodi riportati dalla stampa dicono poco in merito alla sostanza del fenomeno, ma fanno piuttosto riferimento alla sua percezione sociale. La questione pregnante diventa allora osservare  e studiare quali sono le caratteristiche peculiari delle aggregazioni giovanili che tendono a commettere atti devianti. Analizzare tanto le modalità con cui i minorenni arrivano a compiere i reati di gruppo, quanto le connotazioni specifiche che questi episodi assumono rispetto agli adulti, alla società e alle istituzioni”.

Questo un elemento determinante che emerge nel saggio di Spaziani: la definizione di un comportamento all’interno di uno spazio e la sua connotazione. Prende così forma il profilo criminale del branco inteso come un’entità che, al pari del singolo, assume un identità di azione.

Cosa trova il singolo nel ‘branco’?
“I mali di tutti i componenti vengono ‘evacuati’ dal gruppo attraverso la commissione di atti violenti che rappresentano l’illusorio raggiungimento di un’identità sociale”.
C’è un motivo per cui le azioni di violenza vengono ripetute?
“Le azioni violente appagano e gratificano il branco offrendo una piacevole sensazione di dominio e di controllo che manca del tutto nell’agire della vita quotidiana dei singoli componenti. Questi traggono talmente tanto piacere nel compiere illeciti che continuano a riviverli nelle loro fantasie fino al momento in cui desiderano imperiosamente di riviverli con un compulsivo bisogno di rinnovare la dose di piacere”.
Si può parlare di serialità?
“Queste forme di violenza hanno delle caratteristiche proprie. In primo luogo presentano delle motivazioni diverse dai reati commessi dalle persone adulte che, il più delle volte, sono dati da un illecito guadagno. Nelle bande giovanili, invece, il valore dei pensieri, delle fantasie e dei desideri trova numerose attinenze con l’analisi criminologia del serial killer”.

Ma il libro non offre solo un profilo criminologico del branco, allarga la conoscenza del fenomeno ad altri settori anche al cinema. Inoltre, offre una descrizione storico-culturale delle bande giovanili in America e in Europa, fino a raggiungere l’Italia e la provincia di Frosinone sulla scorta di documenti processuali.

In conclusione…
“E’ un arduo compito quello di educare i ragazzi alla legalità. E’ difficile proporre una regola o un quadro di riferimento perché esso non corrisponde affatto, o solo parzialmente, al vissuto quotidiano del ragazzo. Allo stesso tempo c’è da dire che i ragazzi sono molto interessati a capire come potrebbero costruire un futuro. Questo, però, se ci fosse qualcuno che si prendesse la responsabilità di spiegarlo parlando la loro stessa lingua”.

(Aurelio Spaziani. Il fenomeno delle bande giovanili: il profilo criminale del branco- Mondostudio 2009)
Riccardo Ragozzini