‘Tredicesimo municipio: tuteliamo lo sviluppo edilizio’

24 settembre 2009 | 00:58
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‘Tredicesimo municipio: tuteliamo lo sviluppo edilizio’

De Jesus: ‘Scompaiono gli spazi verdi ex-agricoli, ma soprattutto scompaiono gli spazi pubblici’

Il Faro on line – “Lo sviluppo edilizio non va di pari passo con la tutela delle aree verdi”. Questo almeno è quanto emerge da una nota del Comitato Civico Entroterra XIII, che a firma del proprio vicepresidente Paula de Jesus, denuncia la decisione di far sparire un casale che si trova in via Antifonte di Ramnunte, nella zona Nuova Palocco, al posto del quale sorgeranno un mucchio di villette a schiera. “All’angolo con Vicolo Canale della Lingua, uno splendido casale si erge solitario a ricordo della vocazione agricola del XIII Municipio. Ma quanti ne esistono in tutto il nostro territorio? Almeno 53, da una prima stima. Infatti la Carta dell’Agro Romano, che dovrebbe tutelare le presenza storiche, archeologiche e paesistiche presenti appunto nell’Agro Romano, non li censisce tutti. Scompare la storia del territorio, scompaiono gli spazi verdi ex-agricoli, ma soprattutto scompaiono gli spazi pubblici”.
Eppure una legge a tutela dei casali storici c’è. Per la precisione il 6 agosto, nell’approvazione del Piano Casa, si consentiva ai proprietari di ristrutturare i casali oppure di trasformarli in piccole abitazioni da affittare a prezzo concordato, consentendo così un cambio di destinazione d’uso.
“Si utilizzano, in questo modo, strutture oggi abbandonate, come stalle e vecchi magazzini, per farne, grazie alle loro cubature, alberghi, ristoranti, discoteche e finti agri-turismo, distruggendo l’unico elemento conservativo della campagna così com’era fino a 50 anni fa. Per fortuna, sempre il 6 Agosto, è stato votato l’emendamento all’articolo 2 della proposta di Legge Regionale che tutela i casali storici dell’Agro Romano e del territorio laziale. Potrebbe sembrare apparentemente una conquista e sulla carta effettivamente lo è. Ma se un casale come quello di Nuova Palocco, censito nel foglio 30S della Carta dell’Agro al numero 63 è comunque destinato a sparire, cosa ne sarà degli altri? E soprattutto cosa ne sarà di questi potenziali spazi pubblici a servizio dei quartieri dell’entroterra ostiense, nati come una città diffusa che hanno consumato ormai quasi tutto il territorio con le loro villette tutte uguali? Niente strade, piazze e giardini. Adesso neanche più gli spazi verdi agricoli”.
La necessità di aumentare gli spazi verdi e i servizi, laddove la popolazione cresce, è condizione essenziale per il Comitato, che pone la questione politica al centro del proprio dissenso: “E’ necessario dunque recuperare la memoria storica, ma soprattutto dare risposte alle nuove richieste di spazi pubblici che non possono tradursi in un aumento artificioso di ‘consumo di merci’. La politica deve ridurre il peso della rendita immobiliare che è in stretto rapporto con la rendita finanziaria e dunque con la speculazione, che non è imprenditoria. L’azione che Italia Nostra sta portando avanti a sostegno della battaglia della Sovrintendenza Archeologica per la difesa e tutela dell’Agro romano ci auguriamo che non sia limitata solo ad alcuni municipi, ma estesa anche a tutti gli altri, compreso il XIII Municipio che ha conservato, meglio di altri, il patrimonio paesaggistico e storico di quella parte dell’Agro conosciuta come Marittima e che presto vedrà una delle cementificazioni più pesanti di Roma. Il Litorale infatti – conclude il Comitato nella nota – ha ricevuto premi di cubatura nel nuovo piano casa fino al 60% e il rischio fondato che si attui la visione fascista di espandere Roma “sopra altri colli lungo le rive del fiume sacro sino alle spiagge del Tirreno” diventerà una promessa mantenuta”.