Mondiali di baseball, oggi a Nettuno la finalissima

27 settembre 2009 | 00:07
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Mondiali di baseball, oggi a Nettuno la finalissima

Stati Uniti contro Cuba, una partita stellare

Il Faro on line – Oggi a Nettuno, la “città del baseball” come si legge sul cartello all’ingresso della cittadina del litorale laziale che ha dato i natali a Bruno Conti e al fuoriclasse del tiro a volo Francesco D’Aniello (quest’anno ha vinto Mondiali, europei e titolo italiano), lo sport della mazza e del guanto sceglie i suoi campioni del mondo. La finale è Stati Uniti-Cuba, quella che più di tutte accende la fantasia, anche se forse più per motivi politici che sportivi. Certo, Cuba è la dominatrice indiscussa di questa manifestazione, con i suoi 25 titoli su 29 partecipazioni, 27 finali disputate, e due medaglie di bronzo: iride interrottamente dal 1984 fino alla sconfitta con gli Usa nel 2007 a Taiwan. Attuale medico della nazionale è Antonio Castro, figlio di Fidel e da anni al seguito della nazionale dello sport più amato anche da suo padre, il Lider Maximo che in gioventù praticava però il pugilato. Gli Stati Uniti, che il mondiale dilettanti lo hanno sempre snobbato, arrivano però da campioni in carica, adesso che è ‘open’: tre successi (come il Venezuela) nell’albo d’oro, undicesima finale per loro, ottava contro Cuba, che nei precedenti conta solo la sconfitta nell’ ultima edizione. Gli Stati Uniti sono la ‘patria del baseball’, ma nelle due edizioni del World Baseball Classic, dove in campo vanno i migliori al mondo in assoluto, primo è stato due volte il Giappone, nel 2003 battendo Cuba (Usa eliminati nella seconda fase) e quest’ anno in finale la Corea del Sud (Stati Uniti terzi). Ma i nipponici ai Mondiali di quest’ anno sono venuti con una selezione dilettanti, come la Corea del Sud (oro alle ultime Olimpiadi a Pechino, su Cuba) e la finale di Nettuno è quella che veniva pronosticata alla vigilia. Anche se gli ‘yankees’ presentano una selezione di AAA e AA, che sono le loro serie B e serie C professionistiche.
Alla partita per l’ oro gli americani (che oggi saranno sostenuti a gran voce da un folto gruppo di connazionali di stanza in Italia, tra cui militari e funzionari d’ambasciata) arrivano con 13 vinte e una persa
(con il Venezuela, nella prima fase). Due invece le sconfitte dei caraibici battuti nella seconda fase dal
Porto Rico e nella terza proprio dagli gli Stati Uniti, giovedì scorso per 5-3. Sotto le aspettative in attacco, in calo nel girone di semifinale, inferiore – a parte Olivera e il ‘bombardiere’ Despaigne – non solo all’ avversaria di fronte domani in campo, soprattutto come media nel box. Gli Usa sono apparsi invece fin qui devastanti in battuta, con Weber, Coats, Tiffee (e Smoack che dove aver fatto quel che ha voluto, nell’ ultima fase è sparito): tanto come continuità quanto come potenza e fuoricampo. Potrebbe stare in questo la chiave del risultato della finalissima. La cabala invece è dall’ altra parte. Questa è la quarta edizione di un Mondiale in Italia: nelle precedenti tre occasioni (1978, 1988 e 1998) ha sempre vinto Cuba, nei primi due casi battendo in finale proprio gli Stati Uniti.