‘Costretto’ a vivere in uno scantinato senza luce né acqua, tra topi e sporcizia

12 ottobre 2009 | 00:25
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‘Costretto’ a vivere in uno scantinato senza luce né acqua, tra topi e sporcizia

Ardea- Dramma della solitudine: l’incredibile storia di Sergio, 55enne ‘dimenicato’ nel sottosuolo di Tor San Lorenzo

Il Faro on line – Cinquanta anni, Sergio Michele M. italiano senza famiglia, da mesi vive nello scantinato delle case ex IACP di via dei Fenicotteri al centro di Tor San Lorenzo, tra topi, fogne a cielo aperto, senza servizi igienici, senza acqua e senza finestre. Gli occupanti degli alloggi sovrastanti da mesi hanno chiesto aiuto ai servizi sociali del Comune ma nessuno si è fatto vivo per risolvere il problema. Una giovane donna, che ci ha accompagnato nel degrado più assoluto degli scantinati, ci ha detto: “L’ultima volta che hanno bonificato
questi siti era sindaco il dott. Martino Farneti. Da mesi – prosegue la signora – questo povero Cristo vive in condizioni veramente disumane tra il disinteresse della collettività. A nulla sono valse le nostre segnalazioni;il poveretto – continua – è che l’uomo potrebbe anche prendersi uno di quelle malattie di cui tanto si parla oggi, e qui abbiamo tutti i figli piccoli”. Sergio non ha servizi igienici, non ha una presa di acqua, vive a lume di candela con il rischio incendio, senza finestre. “E malgrado ciò – prosegue la signora – la puzza sale fino al quinto piano, non è dignitoso vivere nell’immondizia più assoluta, e spesso senza mangiare. Come possiamo gli portiamo qualcosa noi”. La donna incalza: “Gli extracomunitari che vivono nelle baraccopoli rutule stanno in condizioni migliori. Non mi stupisco dei collaboratori del sindaco Eufemi incapaci di collaborare per evitare di farlo finire sui giornali per storie che in altri paesi sarebbero già state risolte, ma del comportamento  dello stesso sindaco che fino ad oggi ha sempre dimostrato sensibilità verso i più deboli, ora sembra che anche lui ci ha abbandonato. Speriamo che dopo questa segnalazione ancora una volta sia il sindaco a prendere dei provvedimenti”.
Per dovere di cronaca va detto che già in passato il Comune si è interessato di questo caso; dopo un colloquio negli uffici dei servizi sociali però, nulla è mutato. Le case popolari dell’ex IACP, sono un territorio di nessuno, abbandonate a se stesse ed alla buona volontà (quando c’è) di chi ci abita.
Luigi Centore