Uccise una donna a martellate, condannato a 16 anni di reclusione

5 novembre 2009 | 00:19
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Uccise una donna a martellate, condannato a 16 anni di reclusione

Il delitto avvenne il 15 giugno scorso in un appartamento di via Domenico Baffigo a Ostia

Il Faro on line – Uccise, colpendola con un martello più volte alla testa, la 24enne sorella dell’ex compagna nel giugno scorso. Per questa vicenda per l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà O.F.C., 28enne romeno è stato condannato a 16 anni di reclusione. La pena è stata inflitta con rito abbreviato dal gup Rosalba Liso che ha così superato la richiesta del pm Pietro Pollidori, che aveva sollecitato una condanna a 14 anni di carcere, ritenendo le attenuanti generiche prevalenti rispetto alle aggravanti a differenza del giudice che le ha considerate equivalenti. Il gup ha anche stabilito che l’uomo, che è detenuto e nel giudizio è stato assistito dall’avvocato Fabrizio Gallo, versi una provvisionale immediatamente esecutiva alla sorella e al fratello della vittima, pari a ventimila euro ciascuno.
Il delitto avvenne il 15 giugno scorso in un appartamento ad Ostia, in via Domenico Baffigo 45, dove viveva la sua ex compagna. Lì l’imputato aggredì mentre dormiva la sorella dell’ex colpendola con un martello con una violenza tale sfondarle il cranio. La donna, D.M.R., 24 anni romena anche lei, fu portata in ospedale dove morì qualche ora dopo l’aggressione. Una storia di gelosia e vendetta tra il 28enne e la sua ex fidanzata che lo aveva lasciato per un altro a Pasqua. A farne le spese è stata la sorella di quest’ultima. L’aggressione avvenne sotto gli occhi del fidanzato della vittima che, dopo non essere riuscito a fermare O.F.C., chiamò i soccorsi e le forze dell’ordine permettendo così l’arresto dell’uomo. Un gesto, compiuto per motivi di gelosia, che era stato annunciato in una lettera trovata nell’abitazione del 28enne durante gli accertamenti degli investigatori. “La tesi difensiva è stata in parte accolta – ha detto l’avvocato Fabrizio Gallo – ossia che il mio assistito abbia agito in un momento d’ira perché tradito benché entrambi in precedenza si erano reciprocamente espressi il desiderio di sposarsi. Ricorrerò in appello perché gli siano concesse le attenuanti generiche prevalenti rispetto alle aggravanti”.