Il ponte Due Giugno cede il passo al nuovo ponte

6 novembre 2009 | 02:34
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Il ponte Due Giugno cede il passo al nuovo ponte

Fiumicino – Presentato in Aula consiliare il progetto dell’impianto sulla fossa traianea

Il Faro on line – Una luce di trenta metri e una larghezza di venti che comprendera’ due corsie per ogni senso di marcia più un passaggio pedonale.
Il progetto del nuovo ponte, pensato quasi interamente in acciaio inossidabile, sembra avere tutti i numeri per sostituire l’ormai ‘anziano’ Ponte Due Giugno. “Un profilo dinamico, fatto di dissestamenti e sproporzioni che ne lasciano presagire il movimento anche da fermo” come spiegano gli architetti. L’impianto, infatti, non sembra essere stato concepito solo come mero sistema di raccordo tra due punti, ma anche come simbolo territoriale in grado di dare un valore di “riconoscibilità a uno spazio disperso”. Ed ecco allora, una volta sollevato, svettare fino a un’altezza di trenta metri.
Nella progettazione non è stata dimenticata però, la zona limitrofa. Oltre a un sistema di rampe e viadotti allacciate alla attuale viabilità principale, saranno presenti spazi verdi e piazze che andranno a comporre un’estesa area pedonale.
Da segnalare il sistema di sollevamento, in due tempi, che consentirà di contenere i movimenti e, l’uso di un materiale, l’acciaio, che abbatterà i costi di manutenzione dovuti ai danni provocati dalla salsedine.
“Si tratta di un’opera assolutamente necessaria che contribuirà a risolvere i problemi viari che insistono sul territorio. – ha spiegato il sindaco di Fiumicino Mario Canapini – Per quanto riguarda i costi che si aggirano intorno ai dieci milioni di euro – ha proseguito – ci siamo già rivolti al Ministero delle Infrastrutture e contiamo anche di reperire dei finanziamenti esterni”.
E il ponte Due Giugno che fine farà?
Ovviamente resterà operativo durante tutto il corso dei lavori poi, con ogni probabilità, verrà smantellato. Qualcuno però, per celebrarne la memoria storica, ha avanzato l’idea di ricostruirlo parzialmente da un’altra parte o di lascirne una porzione all’interno del nuovo progetto. “Sarebbe giusto – ha spiegato Canapini – che siano i residenti di Fiumicino, tramite un referendum popolare, a specificarne il fine e la destinazione”.
Riccardo Ragozzini