DIARIO DI BORDO Lettera aperta ai giovani del territorio

10 novembre 2009 | 12:36
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DIARIO DI BORDO Lettera aperta ai giovani del territorio

“Si racconta che a Roma durante l’ultima guerra le bande di giovani che rubavano per rimediare qualcosa da mangiare o da vendere, si dividevano in due categorie, quelle che rubavano ai magazzini dell’esercito italiano e quelle che rubavano ai magazzini dell’esercito tedesco. Si racconta che la differenza era data dal coraggio, ovviamente.
E’ il caso di ricordare questo racconto, leggendo le notizie riportate dai giornali negli ultimi giorni riguardanti il XIII Municipio.
A fronte dell’aggressione nei confronti del giornalista al grido “frocio comunista” e “viva il duce”di Via dei Promontori; a fronte dell’aggressione al ragazzo adottato e suo fratello al pontile al grido di “sporco polacco”(…), a fronte dell’aggressione ad Acilia, al grido di “vattene da qui sporco negro”, i giornali ribadiscono quotidianamente che le forze dell’ordine: “fermano prostitute, sgomberano giardini e pinete da uomini, donne e bambini immigrati e/o persone senza casa, fanno scappare venditori ambulanti, sequestrano merce raccolta dai cassonetti e messa in vendita su alcune bancarelle, controllano i documenti e fermano lavoratori con l’unica colpa di essere entrati in Italia senza visto di ingresso, verificano che l’ordinanza contro lavavetri, giocolieri e venditori ai semafori sia rispettata, garantiscono lo sgombero per sfratto di anziani, disabili, famiglie con minori, donne sole, controllano decine di auto sul lungomare ecc.” Oltre ovviamente agli arresti per droga, rapine, furti e certamente molto, molto altro.
Non ringrazieremo abbastanza chi fa il proprio dovere, chi svolge le attività previste dalla legge, e le forze dell’ordine si chiamano così perché in un paese democratico sono le uniche autorizzate ad usare la forza per far rispettare la legge. Devono rispettare la legge e farla rispettare.
Ma tre ragazzi del municipio sono finiti all’ospedale in pochi giorni con corredo di frasi razziste: se non è esaltazione della violenza come forma di potere da parte di impotenti, cos’è?
(…) Gli anticorpi espressi nella grande manifestazione “Mò Basta” di sabato scorso ad Ostia sono una garanzia e un grande mandato politico (…) per tutti coloro che hanno delle responsabilità sociali.(…)  Non ha molto senso portare le corone ai caduti e poi non fare quello che ogni amministratore democraticamente eletto dovrebbe fare: vigilare, prevenire e contrastare le cause delle violenze, non sottovalutarle, non fare come gli struzzi. Ci piace pensare che le forze dell’ordine siano in grado di difendere i valori della Costituzione nelle piccole e tranquille attività di contrasto alla piccola criminalità, come si dice, (come l’esercito alle stazioni), così come nelle coraggiose azioni di contrasto alla violenza razzista, nazifascista o mafiosa.  
Resta comunque la denuncia per gli amministratori di questa città, che hanno tenuto l’unico teatro pubblico chiuso per un anno, che non hanno dato seguito a un progetto di polo socio culturale per i ragazzi di tutto il municipio alla Vittorio Emanuele, che si ritrovano con molti dei loro/nostri giovani, privi di alternative valide, con la testa imbevuta di droghe spesso più pericolose di quelle vegetali e con le mani sporche di sangue.
Aspettiamo fiduciosi risposte dalle forze dell’ordine, che difendono le proprietà private e fanno rispettare la Costituzione. O viceversa.
Ognuno deve fare con coraggio la propria parte di lavoro, nella difesa della libertà”.