‘A la gare comme à la gare, signori in carrozza!’

22 novembre 2009 | 10:12
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‘A la gare comme à la gare, signori in carrozza!’

Per visitarla ancora c’è tempo fino alle 16 di oggi

Il Faro on line – La storia di una città si può raccontare in tanti modi e questa descritta nella mostra “A la gare comme à la gare, signori in carrozza!” è quella di Roma e Parigi con le immagini dei mezzi di trasporto, omnibus , tram e autobus, da fine Ottocento a metà Novecento, che dopo aver accolto tremila visitatori in un mese chiuderà oggi alle 16 (ingresso gratuito) nel parco museo ferroviario metropolitana di Roma, in piazzale Ostiense, all’interno della vecchia stazione della ferrovia Roma Lido. In alcuni vecchi tram e carrozze di questa linea di 28 chilometri che da Roma porta al mare di Ostia è stata allestita una sorta di set cinematografico con centinaia di foto, manifesti, che raccontano l’alba del trasporto nelle due città e come si viveva e cosa succedeva in quegli anni. Popolane , con le ceste della spesa e signore e signori borghesi con veline e bombette, nella Parigi dell’Ottocento, un attentato anarchico il 1 maggio del 1907 quando dall’altro di un omnibus a due piani un anarchico sparo con un revolver contro alcuni corazzieri a cavallo; i lavoratori della metropolitana in sciopero il 25 gennaio del 1919.
Si vede una Parigi con la Senna navigabile, strade e piazze già negli anni venti del Novecento percorse da auto. Rare quelle invece che circolavano per Roma, dominio allora incontrastato di autobus, ad un piano e scoperti, e di tram che fino al 1930 passavano nel centro storico, per tornarvi con quello della linea 8 fino a largo Argentina, nell’ultimo decennio del secolo scorso. Tutto questo è raccontato nel tram 70, del 1912, che portava dalla stazione Termini a Cinecittà e poi ai Castelli Romani, l’elettromotrice con sedili in legno, che collegava Roma, Civita Castellana e a Viterbo, del 1931, e altri treni e tram d’epoca.
Tra le foto della Roma di una volta ci sono quelle dell’ inaugurazione della ferrovia per Ostia, con le foto del re Vittorio Emanuele III che inaugura i lavori nel 1929, con gli operai in camicia bianca, gilet, cappelli e vanga in mano. Ci vollero quattro anni per costruirla e si vede una Ostia che sembra un atollo, pochi villini in riva al mare. Poi fu il tempo delle colonie estive, con i bambini e le bambine rigorosamente in fila che salgono sui treni per il mare o i fagottari, intere famiglie della Roma popolare che facevano la fila ai botteghini della stazione per una domenica al mare con i fagotti alla mano che contenevano frittate e pasta al forno da mangiare sulla sabbia. Ora la mostra chiuderà, ma le vecchie carrozze e i vecchi strumenti di lavoro potranno continuare a essere visitati in questo museo a cielo aperto. “È un peccato lasciarli così, avrebbero bisogno di una vero museo al coperto , sono una memoria della città – dice il direttore del polo museale Massimo Bianchini – Con l’accorpamento delle tre aziende di trasporto pubblico Metro Atac e Trambus, si potrebbe realizzare un unico museo di bus, tram, treni, in uno spazio dell’ex mattatoio a Testaccio, o nei padiglioni dell’ex fiera di Roma. I tremila visitatori, scolaresche, famiglie , anziani e tanti giovani, hanno riscoperto un pezzo di storia della loro città, una memoria che va conservata e rilanciata”.