Anzio: focus su Acqualatina Spa e sulla privatizzazione dell’acqua

8 dicembre 2009 | 01:36
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Anzio: focus su Acqualatina Spa e sulla privatizzazione dell’acqua

Successo per il primo seminario organizzato dal Partito democratico

Il Faro on line – Si é svolto giovedì 3 dicembre nella sede di via Aldobrandini ad Anzio un vero e proprio seminario sul tema dell’acqua (pubblica, privata, Acqualatina) al quale hanno partecipato in veste di relatori il consulente ambientale Ing. Guglielmo Natalini ed il Sig. Alberto De Monaco rappresentante del Comitato di Aprilia in difesa dell’acqua come bene pubblico; ha coordinato ed introdotto l’argomento il segretario del Circolo di Lavinio Severino Tardioli.
Spaziando tra formazione ed approfondimenti vari, durante l’incontro sono emerse tutta una serie di questioni che il Partito democratico ha ammesso di voler affrontare in maniera più approfondita a partire dal prossimo Consiglio comunale affinché si dia ai cittadini di Anzio un aggiornamento utile.
“L’Aula consiliare – spiegano gli esponenti dei Circoli del Partito democratico di Anzio e Lavinio – deve ritornare ad essere il luogo naturale dove discutere e far emergere tutti gli aspetti che legano la nostra città alla gestione di un bene prezioso: l’acqua”.

“Guardando alla nostra realtà anziate – ha spiegato l’ingegner Guglielmo Natalini – si avverte la mancanza di interventi per adeguare la rete di acquedotti, fognature, impianti di depurazione all’espansione edilizia, già in avanzato stato di realizzazione, che prevede la costruzione di 10.000 nuove abitazioni in aggiunta alle 30.000 preesistenti. Particolarmente grave è la mancanza di fognature per le acque di pioggia che si riversano per strade e piazze allagandole o sono scaricate nelle fogne per acque nere che, quando non scoppiano, le convogliano agli impianti di depurazione intasandoli e pregiudicando il loro funzionamento. Il Decreto che recentemente ha aperto le porte alla liberalizzazione delle gestioni con un maggiore intervento di società private, non comporta cambiamenti per quanto riguarda l’ATO4, in quanto la Veolia già possiede il 49% delle azioni, oltre minimo del 40% obbligatoriamente previsto per le società miste. Il cosa fare per superare i problemi della insoddisfacente gestione del servizio idrico è già da tempo oggetto di un vivace e contrastato dibattito. Si propone la rescissione del contratto di affidamento prima della scadenza per nullità all’origine per la mancata approvazione da parte di 29 Consigli Comunali. Questa via appare molto difficile da seguire considerando che, salvo pochi casi, le reti e gli impianti furono consegnati senza riserve. In linea teorica è possibile attivare la procedura di recesso sulla base di una sentenza del Consiglio di Stato che ha riconosciuto questo diritto ai Comuni. Resta il fatto che il recesso deve essere motivato con il mancato rispetto delle condizioni di affidamento e questo non è semplice per i molti Comuni che hanno approvato tutto nella conferenza dei Sindaci o sono stati colpevolmente assenti, senza esprimere alcun motivazione”.
“L’altra possibilità – continua Natalini – è quella di darsi da fare per rendere efficiente la gestione di Acqualatina con una partecipazione fattiva delle Amministrazioni Comunali e sopra tutto operando per controllare e pretendere il rispetto delle condizioni e degli obiettivi previsti dalla Convenzione di Gestione. Non si deve dimenticare cha la Veolia è sbarcata in Italia per fare soldi e non accumulare debiti, come fino ad ora avvenuto. Una gestione efficiente è l’unica via per evitare il fallimento e iniziare a fare qualche profitto senza ricorrere ad aumenti tariffari in misura non più tollerabile”.

Di seguito i dati descritti nelle analisi del signor Alberto De Monaco così come descritti nel comunicato diffuso dal Comitato di Aprilia dal titolo: “l’acqua è di tutti, ma in realtà è di una banca tedesca”:

“Risalta – spiega De Monaco – la situazione disastrosa della francese Acqualatina Spa, la società che gestisce le risorse idriche del territorio appartenente alla zona Ato4, ovvero 38 Comuni tra cui Anzio e Nettuno. Una battaglia che va avanti dal 2002 a suon di bollette il cui aumento da sei anni a questa parte si stima del 100%. L’acqua come bene pubblico, risorsa idrica mondiale ma soprattutto destinata a scarseggiare per una popolazione che crescerà fino ad otto miliardi di persone sulla terra nel giro di pochi anni”.
“Ma c’é una scappatoia: nel regolamento é stabilito che i Comuni devono obbligatoriamente confermare la convenzione sancita con la società; in caso contrario il rapporto si può scindere. Questo ha fatto il comune di Aprilia che, tramite ricorso al Tar, ha sciolto la convenzione con Acqualatina spa ed ora gli utenti pagano la tariffa direttamente al Comune. E dato ancora più sconcertante: solo nove comuni su 38 hanno ratificato la convenzione con Aqualatina spa, gli altri, compresi Anzio e Nettuno, non lo hanno fatto. Ma di ricorsi al Tar per uscirne neanche l’ombra. E Anzio e Nettuno – conclude De Monaco – detengono il 16% delle azioni dell’acqua ma non sono rappresentati in Consiglio d’amministrazione nella società”.