‘Fiumicino, negata ai disabili la possibilità di essere integrati’

20 gennaio 2010 | 19:26
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‘Fiumicino, negata ai disabili la possibilità di essere integrati’

Fortini (Pd): ‘Che fine hanno fatto i progetti sbandierati ai quattro venti dal Comune?’

Il Faro on line – “E’ incredibile, la primavera si avvicina e qualcuno si sveglia dal lungo letargo. Succede molto spesso ai consiglieri di maggioranza che estraggono a turno dal loro cilindro magico problemi ormai cronici della città e, che molti cittadini affrontano da soli ogni giorno, da anni nel completo anonimato.  Oggi ci si accorge della necessità di avere un centro diurno per disabili? Si elencano sigle per creare confusione, si chiede a gran voce uno studio di fattibilità ed un fantomatico intervento di un ente superiore”.
E’ quanto si domanda Armando Fortini, cordinatore del Partito democratico di Fiumicino (circolo Italo Alesi) che prosegue: La disabilita’ condiziona in modo rilevante la qualità della vita e l’autonomia delle persone che nella maggior parte dei casi necessitano dell’aiuto dei familiari. L’organizzazione del futuro di una persona con disabilità rappresenta un momento critico per la famiglia; i familiari desiderano che i loro cari possano avere una vita serena anche quando non ci saranno più. Il Comune di Fiumicino come garantisce a chi da solo non ce la fa, le adeguate soluzioni abitative di assistenza o di svago, nel momento in cui la famiglia non è più in grado di occuparsene? Questa Amministrazione con la sua personalissima politica che sta attuando, nega a tutte le persone disabili la possibilità di essere integrate e spegne ogni speranza d’integrazione”.
“Iniziamo a fare un pochino d’ordine in questo mare di idee confuse e distorte. Nel nostro comune, applicando la percentuale del 6%, dichiarato dall’Istituto di Statistica Nazionale essere il parametro di calcolo per quantificare il numero di disabili, è detto fatto, su una popolazione di 74.000 abitanti i disabili nel nostro comune dovrebbero essere 4.400, se poi la prospettiva di crescita demografica del comune di Fiumicino è quella di arrivare a 80.000 cittadini ci si deve preparare ad assistere 4.800 persone disabili”.
“Vorrei ricordare a chi ha la responsabilità di governare, che tutte le attività di carattere sociale sono demandate al Comune che, attraverso gli stanziamenti del suo bilancio e grazie ai finanziamenti Regionali e Provinciali deve realizzare progetti di sostegno per le famiglie e, contemporaneamente progetto per l’integrazione ed inclusione sociale della persona disabile. Il centro diurno è solo uno dei progetti necessari sul nostro comune, ma anche i progetti come il “Dopo di Noi” che offre «una famiglia dopo la famiglia»,  l’attuazione dei progetti di socializzazione, di integrazione nel lavoro, la realizzazione di una rete di assistenza efficace ed efficiente.
“Ma dove sono questi progetti nel comune? Quante sono oggi le persone assistite nel Comune? Quanto denaro investe/spende il Comune e su quali progetti?”.
“Attualmente il Comune di Fiumicino assiste 193 utenti, stesso numero di utente assistiti nel 2004, cioè nulla è mutato nel tempo, mentre per i progetti la situazione si complica, non esiste documentazione pubblicata ne un monitoraggio dei progetti, nessuno ne sa nulla, eppure il Comune di Fiumicino spende 8 milioni di euro l’anno. E allora ci chiediamo che fine hanno fatto i progetti sbandierati ai quattro venti e che hanno consentito alla cooperativa Colonna di vincere ancora una volta la gara d’appalto dell’assistenza sociale, ad  esempio le attività di elicicultura (allevamento di lumache) ed inoltre l’ippoterapia, la coltivazione di orti e senza tralasciare l’importante progetto per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico per abbattere i costi di gestione. Dove sono o a che punto sono? Una cosa è certa siamo passati da una tariffa oraria di 14,76 euro del 2007 a 21,89 del 2009 per lo stesso numero di assistiti. Qualcosa non quadra. Questo – conclude Fortini – è un quadro fallimentare per il Comune e per chi ci amministra, ma è più drammatica la situazione per le famiglie ed in particolare per i bambini, ragazzi, anziani con disabilità, con il loro diritto a sognare e a costruire il proprio futuro, come soggetti in divenire e non come “eterni” utenti in attesa di assistenza ed integrazione”.