Truffava anziani con finte donazioni, condannato a cinque anni

23 gennaio 2010 | 00:28
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Truffava anziani con finte donazioni, condannato a cinque anni

Bloccati a Genova anche i suoi tre complici residenti tra Anzio e Nettuno

Il Faro on line – E’ stato condannato a cinque anni di carcere Giampiero Scirè, 48 anni, truffatore professionista arrestato nel luglio scorso dai carabinieri del Nucleo investigativo di Genova insieme ai suoi tre complici. I quattro (Scire’, nato in Francia e residente a Roma; Bruno Basile, 44 anni, originario di Treviso ma residente ad Anzio; Cristina Bernardi, 44 anni, romana abitante a Nettuno,
incensurata e dipendente effettivamente di una ditta farmaceutica, e Teresa Amante, 45 anni, messinese stabilitasi ad Anzio con numerosi precedenti penali e grande conoscitrice di Genova dove risulta avere abitato per anni) sono accusati di avere messo a segno almeno dieci truffe in varie parti d’Italia, di cui cinque a Genova nel periodo compreso tra febbraio e luglio 2009. I complici di Scire’ seguiranno altre vie processuali. I raggiri avrebbero fruttato al gruppo circa 200mila euro. La tecnica della vittima era sempre la stessa: una delle donne, simulando un accento straniero, intercetta la vittima per strada per chiedere informazioni su un presunto medico a cui doveva consegnare una somma per conto di un nota ditta farmaceutica.
Entrava poi in azione una seconda donna che si fingeva un medico e si diceva disponibile ad
accompagnare la donna dal medico. Le due imbroglione erano talmente brave e convincenti da fare salire sulla vettura la vittima predestinata. Il raggiro proseguiva con la scoperta che il fantomatico medico ricercato era deceduto. La “straniera” a questo punto si diceva disponibile a devolvere la somma alla dottoressa incontrata per strada e alla stessa pensionata. Per questo chiamavano un fantomatico notaio (in realtà uno dei truffatori), il quale esigeva il pagamento di una somma di migliaia di euro in contanti per le spese di registro. Parte di questa cifra veniva versata dalla dottoressa genovese, il resto era chiesto alla pensionata che, ormai entrata nella parte e convinta di poter intascare una bella somma, si recava subito a prelevare i propri risparmi. Diecimila, anche 40mila euro. Il tutto sotto lo sguardo di un complice della gang che in modo discreto la teneva d’occhio seguendola nell’istituto di credito per sincerarsi che i bancari non scoprissero la truffa e segnalassero il fatto alle forze di polizia.