Trent’anni di sofferenze prima del riscatto. Gabriele Paparelli racconta la sua tragedia

24 gennaio 2010 | 01:55
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Trent’anni di sofferenze prima del riscatto. Gabriele Paparelli racconta la sua tragedia

‘Cuore Tifoso’ presentato a Fiumicino. Nessuno ridarà la vita a Vincenzo, ma la dignità oggi è restituita. Contro ogni stupido pregiudizio

Il Faro on line – Vedere la propria vita spezzarsi in una domenica di
festa, di sole, di sport. Convivere per anni con un dolore atroce come
solo la morte prematura di un genitore, per di più una morte assurda,
inutile, agghiacciante può imprimere all’anima. E per di più
nascondersi alla vigliaccheria altrui, alla crudeltà gratuita, alla
stupidità ignorante, ai cori infami, a tutte quelle cattiverie che per
anni hanno gettato sale sulla lacerazione dell’anima. E poi trovare il
coraggio e la voglia di raccontare e raccontarsi, superando il dolore
per ritrovare dignità e rispetto. E ricominciare a vivere.
C’è tutto
questo nel libro “Cuore tifoso” di Maurizio Martucci (al centro nelle
foto), in cui Gabriele Paparelli racconta di quel razzo che il 28
ottobre 1979 uccise suo padre Vincenzo e distrusse la sua famiglia.
Racconta delle scuole (tre) che ha dovuto cambiare per non essere
inseguito dalla malvagità di certi compagni, delle case (quattro) nelle
quali ha dovuto spostarsi per non essere rincorso dalle battute che
offendevano la memoria di chi era morto e devastavano la vita di chi
era rimasto. Racconta del gelo dietro la schiena ogni volta che partiva
il coro “10, 100, 1000 Paparelli”, gridato dalla stupidità di chi
probabilmente nemmeno riusciva a capire il valore di una vita. E si
racconta delle indagini, dei ricordi e anche delle colpevoli assenze
delle istituzioni. Erano anni bui quelli Settanta, anni in cui allo
stadio si andava con la pistola, così come succedeva a Capodanno,
quando si sparavano proiettili veri da una finestra all’altra. Erano
anni di piombo, ma in uno stadio nessuno era mai stato ammazzato. Toccò
a Vincenzo Paparelli, 33 anni; ma la tragedia non finì quella maledetta
domenica, proseguì negli anni. A tent’anni di distanza dal dramma
Gabriele, con l’ausilio della penna attenta e delicata di Maurizio
Martucci, racconta insieme alla mamma Vanda come la loro vita sia
cambiata per sempre dopo quel gesto sconsiderato. Quel giorno dalla
Curva Sud partì il razzo mortale, ma nella Curva Nord fu sequestrata
un’altra ventina di razzi. Non fu una questione di colori, e non fu
nemmeno una questione di premeditata violenza. Era un sistema sballato
che, per iniziare a cambiare, ha voluto il suo tributo di sangue. Un
libro per non dimenticare, ma anche per restituire alla famiglia
Paparelli almeno un briciolo di quella dignità che per anni è stata
calpestata. Un obiettivo realizzato: le tifoserie di Roma e Lazio unite
nel ricordo, il sindaco Alemanno che scrive alla famiglia, ex
calciatori che rendono omaggio. Non basta a restituire un padre, non
serve a suturare le ferite. Ma apre gli occhi alla speranza di un
domani migliore. E’ già qualcosa.
Angelo Perfetti

Il
libro, edito da Sovera Edizioni, si trova in tutte le librerie del
Lazio al prezzo di copertina di 16 euro. E’ stato presentato a
Fiumicino nell’ambito della rassegna letteraria intitolata Cultura e
Società curata dai responsabili della biblioteca dell’associazione
culturale 2punto11 in collaborazione con il circolo Nuova Italia.
“Siamo orgogliosi di questa iniziativa – ha sottolineato il consigliere
comunale William De Vecchis Рperch̩ riteniamo che la lettura sia
fondamentale, specialmente questo tipo di lettura. E riteniamo che gli
scrittori metropolitani, fuori dai grandi giri commerciali, debbano
avere più spazio. Spessissimo è proprio da loro che arrivano i lavori
più importanti per la collettività, testimonianze di impegno e di
riflessione che aiutano a crescere e a formarsi”.