‘Pomezia: creare un Assessorato per le Politiche dei diversamente abili’

4 febbraio 2010 | 23:51
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‘Pomezia: creare un Assessorato per le Politiche dei diversamente abili’

La proposta di Andrea Ruggeri (La Destra): ‘Bisogna mettere in campo azioni per creare posti di lavoro’

Il Faro on line – “Creare un Assessorato per le Politiche dei diversamente abili al Comune di Pomezia”. Questa la proposta dell’esponente de La Destra, Andrea Ruggeri (nella foto), motivata dalla necessità di “rileggere alcuni interventi ed eventualmente proporre correttivi a quella che è l’attuale strategia di intervento del Comune per i diversamente abili”.

Quale è l’obiettivo?
“L’obiettivo è soprattutto quello di situare i servizi all’interno di politiche ad hoc più complessive che non si limitino alla sola offerta dei servizi sociali o socio sanitari. Dunque a partire dalle esigenze delle persone individuare percorsi che offrano risposte avendo sempre come riferimento fondamentale la piena integrazione sociale. In questa mia proposta, va inteso il passaggio dai servizi alle politiche, intendendo la necessità di non ridurre ai soli interventi assistenziali la risposta ai problemi che l’handicap pone”.

Come nasce questa idea?
“Le politiche sociali, avendo tra le proprie competenze, deleghe impegnative quali la casa, il tempo libero, i trasporti, limitano sempre più le attenzioni al mondo dell’handicap. Da qui la nostra idea, di rivoluzionare il concetto di diversamente abile, come risorsa e come primario investimento della nostra comunità”.

Come dovrebbe essere organizzato l’Assessorato?
“L’Assessorato che ho in mente deve andare di pari passo con la prospettiva di autonomia, emancipazione, abilitazione e piena integrazione nella società del diversamente abile. In questa prospettiva gli interventi educativo-assistenziali (sia diurni che domiciliari) non possono o devono limitarsi ad offrire prestazioni ma debbono costantemente porsi l’obiettivo del miglioramento della qualità della vita della persona. Per questo è importante che le relazioni della persona con handicap non siano confinate nel circuito famiglia-servizi, ma trovino, soprattutto nel tempo libero occasione di costruzione di relazioni all’interno della comunità locale. Relazioni che dovrebbero avere sempre come riferimento la normalità (ovvero non qualcosa fatto esclusivamente per qualcuno, ma partecipazione alle attività di tutti)”.

In che direzione intervenire?
“Concepire nuove idee di politiche per il diversamente abile, puntando perennemente al miglioramento della qualità della vita, vedendo nella massima integrazione nella società la missione del proprio intervento. L’integrazione non dovrà riguardare solo il sociale e il sanitario ma dovrà estendersi ad altri settori (casa, lavoro, trasporti, tempo libero). Non possiamo comunque prescindere da un rapido esame dell’assetto organizzativo dei nostri servizi territoriali. Emblematica poi è la situazione dei Centri diurni per i quali è imprescindibile uno stretto legame tra programmazione individualizzata e di struttura. Servizi che faticosamente cercano di ritrovare la chiarezza negli obiettivi e nella varietà di utenza da accogliere”.

Quali le priorità?
“C’è l’urgente necessità di mettere in campo azioni concrete per la creazione di posti di lavoro da destinare ai diversamente abili o ai familiari, progettando in questo caso particolari tipologie di lavoro che possono essere esplicati anche tra le mura domestiche, permettendo a questi di guadagnare non rinunciando ad assistere il disabile. Si dovrà potenziare il servizio domiciliare, istituendo un Comitato etico e di vigilanza che controlli l’operato degli assistenti domiciliari e che raccolga i pareri degli assistiti. Istituzione di un servizio informativo sui diritti e sui servizi dell’Assessorato. Un utilissimo servizio che aumenterà i benefici per le persone in situazione di handicap e per le loro famiglie (dai permessi familiari, alle agevolazioni fiscali in materia di abbattimento di barriere architettoniche, acquisto automezzo, ecc….). Difficilmente la famiglia trova nei servizi distrettuali o all’interno ad esempio di un Centro diurno qualcuno che offra informazioni al riguardo. Strutturare interventi mirati per la grave disabilità motoria. Istituire un fondo annuale di 100.000 (centomila) euro per finanziare sedi, progetti, iniziative e assistenze per le associazioni dirette a tale scopo. Questo fondo ha anche l’obiettivo di costituire realtà associative a favore dei diversamente abili. Pertanto, chiunque fosse interessato a tale progetto, per apportare suggerimenti o altro, è pregato di contattarmi personalmente al 349.448.2614”.