Caso Spe, 11 milioni di euro tolti ingiustamente al Comune

Il Faro on line – Ancora una volta il sindaco Carlo Eufemi ha avuto ragione del suo comportamento e delle sue idee, per salvaguardare i soldi della collettività. Eclatante fu il suo incatenamento nella sede della banca, tanto che qualche scettico lo derideva, convinto che ormai era tutto perso, che gli undici milioni di euro non sarebbero mai più rientrati nelle casse comunali. Così non è stato ed a sentenziarlo è stato il Tribunale di Velletri, ed ancor prima la Suprema Corte di Cassazione, “che quel prelievo non si doveva fare”. Ora rimane un solo interrogativo, la Soc. S.P.E. ha ancora questi undici milioni di euro prelevati illegittimamente? Questo almeno per il momento,  non è dato a sapere; se l’emissione del decreto ingiuntivo per cui la banca ha dovuto versare i soldi alla società è stato dichiarato illegittimo, qualcuno dovrebbe risponderne. Il Sindaco Eufemi ha commentato: “Avevamo pienamente ragione, ringrazio l´Avv. Lorusso che ha sempre sostenuto le ragioni del Comune mettendo in atto tutte le azioni per recuperare il denaro illegittimamente prelevato” A seguito della pronuncia della Corte di Cassazione che, nei mesi scorsi, aveva dichiarato la giurisdizione del giudice amministrativo, il Tribunale di Velletri ha confermato il difetto di giurisdizione del procedimento avviato dalla SPE e conseguentemente la nullità del decreto ingiuntivo consolidando, di fatto, la certezza da parte del Comune di Ardea di aver operato in maniera corretta. Avevamo ragione e ciò è stato sancito dalla Cassazione, dal Collegio Arbitrale e dallo stesso Tribunale di Velletri che aveva emesso il provvedimento originario senza la necessaria giurisdizione”. A seguito di questa sentenza, il Comune potrà procedere al recupero delle somme ingiustamente pignorate dalla SPE sulla base di un titolo esecutivo, decreto ingiuntivo, da considerarsi inesistente. Nei mesi scorsi anche il Collegio Arbitrale aveva favorevolmente accolto la posizione del Comune di Ardea dichiarando non dovuta alla SPE la cifra di circa 10.000.000 che era stata oggetto di contenzioso e decreto ingiuntivo”.
Luigi Centore