Biblioteca a Giuseppe Impastato: il 20 febbraio la cerimonia di intitolazione

11 febbraio 2010 | 01:18
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Biblioteca a Giuseppe Impastato: il 20 febbraio la cerimonia di intitolazione

Alla manifestazione interverrà il fratello Giovanni

Il Faro on line – “Giuseppe Impastato deve essere un esempio per tutti noi perché solo con la memoria si costruisce il futuro”.  
Con queste parole il sindaco di Ladispoli, Crescenzo Paliotta, ha annunciato che sabato 20 febbraio alle ore 11 si svolgerà la cerimonia  di intitolazione della biblioteca comunale di via Caltagirone al giovane ucciso dalla mafia nel 1978 a Cinisi vicino Palermo.
Alla manifestazione interverranno oltre al sindaco della città balneare, Giovanni Impastato fratello di Giuseppe, Ferdinando Secchi di “Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, Giulia Rodano assessore alla cultura della Regione Lazio, Cecilia D’Elia assessore alla cultura della Provincia di Roma, Daniela Ciarlantini assessore alla cultura, turismo e spettacolo del Comune di Ladispoli ed Enzo Ciconte presidente dell’osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio.
“Impastato – ha proseguito Paliotta – è una delle più forti e significative testimonianze della lotta alla mafia, una lotta fatta attraverso i mezzi di informazione. Con la sua radio libera Peppino Impastato diffondeva le notizie scomode per quei poteri che da decenni soffocano anche nel sangue le possibilità di sviluppo di molte regioni italiane. Riteniamo che il contrasto alla criminalità organizzata debba essere un sentimento comune per tutti gli italiani, senza differenze tra nord e sud. In questo Peppino Impastato può essere un simbolo ed un punto di riferimento per le nuove generazioni che vogliono impegnarsi per un’Italia più libera, più unita e senza violenze”.
La Giunta comunale di Ladispoli decise di intitolare la biblioteca comunale ad Impastato pochi giorni dopo la notizia della rimozione a Ponteranica in provincia di Bergamo della targa che intitolava a Impastato la biblioteca comunale di quel paese. Una rimozione che suscitò profondo sdegno.
“Da Ladispoli – ha concluso Paliotta -parte un segnale completamente opposto che rilancia la necessità di rendere omaggio ad un giovane che dai microfoni di una delle prime radio libere siciliane combatteva la violenza mafiosa ed i poteri occulti”.