Wwf: ‘Disastro a Capocotta, la spiaggia deve essere chiusa’

1 marzo 2010 | 15:20
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Wwf: ‘Disastro a Capocotta, la spiaggia deve essere chiusa’

Vanessa Ranieri: ‘Le mareggiate di questo inverno hanno compromesso le dune. Bisogna fermare le attività su tutta l’area protetta’

Il Faro on line – “La spiaggia di Capocotta con le sue dune è area a protezione integrale della Riserva Naturale Statale litorale romano, insieme alla spiaggia comunale di Castel Porziano è inoltre sito di interesse comunitario (Sic) e Zona a protezione speciale (Zps): è un’emergenza naturalistica da preservare e gestire con la massima cura e attenzione”. E’ quanto dichiara Vanessa Ranieri Presidente del Wwf Lazio che accende i riflettori sulla situazione erosiva che Durante le mareggiate degli ultimi giorni le onde di tempesta “hanno spazzato la spiaggia di Capocotta intaccando pesantemente le dune”.

“Per il Wwf, visto il punto al quale si è giunti è assolutamente necessario chiudere temporaneamente Capocotta, valutando con estrema cautela un eventuale rinnovo nel tempo delle convenzioni per la gestione della spiaggia. Occorre consentire ai processi naturali la ricostituzione delle dune e dell’arenile. Un’azione di questo tipo deve essere adottata a causa degli abusi dall’una e per l’assenza di controlli ed adeguati interventi dall’altra, rendendo l’utilizzo della spiaggia non sostenibile”.

Sulla questione interviene anche Rolando Gili, presidente del Wwf Litorale Romano: “E’ una scelta difficile, lo sappiamo bene, ma non adottarla significa condannare Capocotta, le sue dune, la splendida macchia mediterranea e, tra non molto, essere costretti a difendere dalle onde la sede stradale. Nei prossimi giorni il Wwf interesserà il Sindaco Alemanno, ricordando che il Comune di Roma – Ente gestore della Riserva – non ha un piano di gestione per questa importante area, come invece prevede la normativa”.

Per il Wwf è possibile che il processo erosivo, in questo tratto di litorale, sia anche dovuto a un cambiamento del clima meteo marino o della corrente di deriva, ma le conseguenze sarebbero state ben diverse se il sistema spiaggia-duna fosse stato integro e in grado di reagire. Ormai tutti sono concordi nell’affidare ai sistemi dunali integri e di adeguate dimensioni un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’erosione costiera.
“Il processo erosivo – prosegue Gili – è stato innescato da un’inadeguata gestione dell’ambiente. Possiamo immaginare che la prima cosa che i gestori dei chioschi riterranno di fare dopo questo disastro sarà rastrellare e appianare accuratamente la spiaggia con mezzi meccanici, in modo che sia perfettamente linda e piana, rimuovendo ogni tronco, ramo o canna e spianando ogni duna embrionale nata al loro riparo: proprio il contrario di quello che si dovrebbe fare secondo il Wwf.

“E’ naturale che le forti mareggiate riducano la spiaggia e che le più deboli onde estive poi riportino la sabbia – conclude Gili – Quello che non è normale è che in una riserva naturale la spiaggia sia tenuta piatta e pulita come un tavolo da biliardo: questo amplifica l’attività distruttrice delle onde che non trovando alcun ostacolo arrivano fino alle dune e in seguito impedisce la fissazione della sabbia che così viene dispersa ad opera del vento. La sabbia sottratta alla duna, infatti, finisce in mare e viene poi gradualmente restituita alla spiaggia. Ogni accenno di ricostituzione delle piccole dune viene però annullato dall’utilizzo della spiaggia e dalla sua pulizia con mezzi meccanizzati, inconciliabile con la corretta gestione della Riserva. Così la situazione si aggrava di anno in anno.”