Vanessa Ranieri: ‘Le mareggiate di questo inverno hanno compromesso le dune. Bisogna fermare le attività su tutta l’area protetta’
Il Faro on line – “La spiaggia di Capocotta con le sue dune è area a protezione integrale della Riserva Naturale Statale litorale romano, insieme alla spiaggia comunale di Castel Porziano è inoltre sito di interesse comunitario (Sic) e Zona a protezione speciale (Zps): è un’emergenza naturalistica da preservare e gestire con la massima cura e attenzione”. E’ quanto dichiara Vanessa Ranieri Presidente del Wwf Lazio che accende i riflettori sulla situazione erosiva che Durante le mareggiate degli ultimi giorni le onde di tempesta “hanno spazzato la spiaggia di Capocotta intaccando pesantemente le duneâ€.
“Per il Wwf, visto il punto al quale si è giunti è assolutamente necessario chiudere temporaneamente Capocotta, valutando con estrema cautela un eventuale rinnovo nel tempo delle convenzioni per la gestione della spiaggia. Occorre consentire ai processi naturali la ricostituzione delle dune e dell’arenile. Un’azione di questo tipo deve essere adottata a causa degli abusi dall’una e per l’assenza di controlli ed adeguati interventi dall’altra, rendendo l’utilizzo della spiaggia non sostenibileâ€.
Sulla questione interviene anche Rolando Gili, presidente del Wwf Litorale Romano: “E’ una scelta difficile, lo sappiamo bene, ma non adottarla significa condannare Capocotta, le sue dune, la splendida macchia mediterranea e, tra non molto, essere costretti a difendere dalle onde la sede stradale. Nei prossimi giorni il Wwf interesserà il Sindaco Alemanno, ricordando che il Comune di Roma – Ente gestore della Riserva – non ha un piano di gestione per questa importante area, come invece prevede la normativaâ€.
Per il Wwf è possibile che il processo erosivo, in questo tratto di litorale, sia anche dovuto a un cambiamento del clima meteo marino o della corrente di deriva, ma le conseguenze sarebbero state ben diverse se il sistema spiaggia-duna fosse stato integro e in grado di reagire. Ormai tutti sono concordi nell’affidare ai sistemi dunali integri e di adeguate dimensioni un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’erosione costiera.
“Il processo erosivo – prosegue Gili – è stato innescato da un’inadeguata gestione dell’ambiente. Possiamo immaginare che la prima cosa che i gestori dei chioschi riterranno di fare dopo questo disastro sarà rastrellare e appianare accuratamente la spiaggia con mezzi meccanici, in modo che sia perfettamente linda e piana, rimuovendo ogni tronco, ramo o canna e spianando ogni duna embrionale nata al loro riparo: proprio il contrario di quello che si dovrebbe fare secondo il Wwf.
“E’ naturale che le forti mareggiate riducano la spiaggia e che le più deboli onde estive poi riportino la sabbia – conclude Gili – Quello che non è normale è che in una riserva naturale la spiaggia sia tenuta piatta e pulita come un tavolo da biliardo: questo amplifica l’attività distruttrice delle onde che non trovando alcun ostacolo arrivano fino alle dune e in seguito impedisce la fissazione della sabbia che così viene dispersa ad opera del vento. La sabbia sottratta alla duna, infatti, finisce in mare e viene poi gradualmente restituita alla spiaggia. Ogni accenno di ricostituzione delle piccole dune viene però annullato dall’utilizzo della spiaggia e dalla sua pulizia con mezzi meccanizzati, inconciliabile con la corretta gestione della Riserva. Così la situazione si aggrava di anno in anno.â€