Globalizzazione e individuo’: focus a Villa Guglielmi

2 marzo 2010 | 16:14
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Globalizzazione e individuo’: focus a Villa Guglielmi

Esperti del settore per il progetto ‘Democrazia partecipata’: ‘Attivare un’educazione della cultura per maturare una nuova conoscenza’

Il Faro on line – “Differenza, identità e globalizzazione”. Attorno a questi elementi si è svolto il convegno promosso dall’associazione Robin Hood onlus nell’ambito del progetto “Democrazia partecipata”. L’incontro, tenutosi a Villa Guglielmi, ha visto la partecipazione di Franco Fatigati (docente universitario), Alessio Consoli (georgrafo), Alina Nistor (coordinatrice associazione EuRomeni d’Italia), Paolo Paolacci (operatore sanitario) e Velia Maria Lapadula (presidente dell’associazione Robin Hood). Per l’amministrazione è intervenuto Vincenzo D’Intino (assessore ai Servizi sociali del Comune di Fiumicino).

La presentazione del libro di Franco Fatigati, “Condominio-Mondo” è stato il pretesto per introdurre il tema dalla moderna globalizzazione. Il libro segue, infatti, lo sviluppo storico dell’analisi geopolitica, affrontandone i principali temi come lo Stato, la demografia, le lingue, le religioni, l’economia, riproponendoli su diversi piani di analisi. “La geopolitica – spiega Alessio Consoli – diviene un eccellente pretesto per condurre il lettore nel cuore delle complesse vicende che hanno concluso il Secolo breve e portato al debutto del ventunesimo secolo con gli attentati alle Torri gemelle. Arretrare lo Stato e portare l’uomo al centro del dibattito geopolitica, significa introdurre i temi dell’ambiente, della salute, dell’alimentazione, del lavoro, dell’ineguaglianza. Temi su cui una nuova geopolitica dovrà cimentarsi e che la sensibilità dell’opinione pubblica, sta portando al centro dell’attenzione internazionale. Il libro – ha concluso – ci fornisce le chiavi di lettura per capire il mondo”.

Lo stesso autore del libro, sul tema della globalizzazione, ha sottolineato come il concetto di diverso non si possa utilizzare per catalogare alcuna razza. L’unico elemento che possa creare una diversità rientra unicamente nel piano culturale. L’essere diversi – conclude – è un valore prezioso. Non lo è, invece, l’omologazione che diventa un pericolo”.

“Per la città di Fiumicino, caratterizzata dalla presenza di diverse etnie, spesso con difficoltà di integrazione, – spiega il presidente dell’associazione Robin Hood, Velia Maria Lapadula – il tema proposto apre nuovi orizzonti e prospettive su cui focalizzare l’attenzione e pianificare un programma di intervento. E’ importante capire in ogni territorio chi sia il regista deputato ad appianare e gestire eventuali differenze sul piano sociale”.

“L’ignoranza, la paura e la vergogna che da sempre gravano sul concetto di ‘Salute mentale’, sono i nemici peggiori. Quindi, cosa si deve fare? Fare cultura per conoscere, prevenire e curare”. E’ con queste parole che,  Paolo Paolacci, introducendo il problema della malattia ha presentato l’iniziativa “Auto-aiuto”. Un’iniziativa già operativa in altri paesi e che potrebbe essere sperimentata a Fiumicino per contrastare un disagio, cui basterebbe opporre la partecipazione attiva degli utenti. “Idea portante del progetto – spiega – è che la persona sia condotta a essere il soggetto della sua esperienza in modo tale che questa diventi un nuovo strumento per migliorare la qualità della propria vita”.

Presente anche la coordinatrice dell’associazione Euromeni d’Italia, Alina Nistor, che ha acceso i riflettori sulla condizione di disagio e di debolezza in cui vengono a trovarsi tutte le popolazioni che si trovano a contatto con una cultura che li respinge. “Solo la tolleranza, la conoscenza e l’approfondimento, possono essere gli antidoti contro le facili etichettature”.

A chiudere la carrellata di interventi è stato l’assessore D’Intino. Dopo aver affrontato una panoramica storica sulla globalizzazione, prendendo come spunto il libro di Fatigati, è tornato su un’affermazione detta in apertura da Simone Bianchella, un ragazzo di Fiumicino appartenente al centro aggregativo giovanile ‘Joing Village’ il quale ha accennato all’importanza di ‘Un’educazione della cultura’. “Non basta semplicemente raccontare la storia di un popolo per avvicinare un giovane a una determinata esperienza culturale. – ha affermato Vincnezo D’Intino – Bisogna bensì, spiegare in cosa consistono tutti quei valori culturali che fanno di quel popolo un esempio degno di rispetto”.