Sicurezza, allo scalo romano arriva il body scanner

4 marzo 2010 | 15:42
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Sicurezza, allo scalo romano arriva il body scanner

Fiumicino – Riggio (Enac): Tutelata la privacy e la salute dei passeggeri’

Il Faro on line – Partita la sperimentazione del primo body scanner all’aeroporto Leonardo da Vinci. L’apparecchio, sarà attivo nel settore dedicato ai voli cosiddetti “sensibili” in partenza per Stati Uniti e Israele.
L’idea di introdurre anche in Italia i body scanner è nata dopo il fallito attentato negli Stati Uniti il giorno di Natale su un volo della Delta diretto a Detroit. L’aspirante kamikaze aveva nascosto dell’esplosivo in uno speciale indumento indossato sotto i normali vestiti. Solo quell’apparecchiatura avrebbe permesso di individuare il materiale sospetto. Dopo il parere positivo da parte delle autorità all’introduzione anche nel nostro paese dei body scanner, il dibattito si è incentrato sulle questioni della privacy e pericolosità per gli uomini, in particolare bambini, donne incinte e portatori di apparecchiature mediche.

Per quanto riguarda la privacy?
“Non vedo quale possa essere il problema di privacy. – spiega il presidente dell’Enac, Vito Riggio – L’immagine visualizzata dallo schermo è solo una figura standard che non riproduce nei minimi dettagli le fattezze di una persona. Inoltre, non viene registrata. La loro introduzione rappresenta una misura aggiuntiva che aumenterà il livello di sicurezza e la facilità dei controlli, nel pieno rispetto del diritto alla privacy”.

Eventuali controindicazioni per la salute dei passeggeri?
 â€œLa nostra commissione scientifica – assicura il ministro della Salute, Ferruccio Fazio – ha accertato oltre ogni possibilità di dubbio che le onde elettromagnetiche emesse non possano causare problemi alla salute e non sono pericolose”.

Il ministro dei trasporti Altero Matteoli ha invece sottolineato come il dispositivo consentirà di snellire i controlli in aeroporto. “Una delle preoccupazioni che avevo era che l’adozione dei body scanner comportasse perdite di tempo. Mi pare, da quel che abbiamo visto, che non ci sia questo problema, anzi forse si potrà risparmiare qualche secondo e quindi sono molto soddisfatto”.

E se qualcuno si rifiutasse di sottoporsi all’analisi dell’apparecchio?
“Per ora l’accesso è volontario ma, una volta terminata la fase sperimentale, chi si rifiuterà sarà perquisito. Il macchinario – conclude Riggio – non serve a identificare il passeggero, ma a verificare che sotto i vestiti non venga occultato nulla di pericoloso”.
Gianfranco Pecchioli