La Giacchieri perde l’appalto: rischio licenziamento per 20 lavoratori

16 marzo 2010 | 01:29
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La Giacchieri perde l’appalto: rischio licenziamento per 20 lavoratori

Fiumicino – De Vecchis: ‘Il sindaco si è già schierato a favore dei dipendenti aeroportuali’

Il Faro on line – L’aeroporto di Fiumicino perde un altro pezzo. La Giacchieri Sas ha perso l’appalto per i servizi logistici che svolgeva – prevalentemente per la Cai – mandando a casa senza possibilità di appello, i venti lavoratori del comparto cargo.
“Venti lavoratori – spiegano i sindacati – che dopo tredici anni di lavoro si ritrovano fuori dalla porta senza alcun ammortizzatore sociale”. Una decina di loro si è riunita fuori la sede dell’Enac per avere notizie sul loro futuro, insieme a CGIL, CISL, UIL e UGL.

“Non si capisce – spiega Emanuele Brosco, delegato sindacale Ugl – se la Cai sta perseguendo il fine del ridimensionamento o se ha deciso di togliere la commessa alla Giacchieri. Venti persone, e quindi venti famiglie, saranno inserite nelle liste di mobilità in base alla legge 223. Come sindacato chiediamo che venga trovato un accordo affinché i lavoratori possano seguire il lavoro anche in caso di nuove società. Abbiamo tentato in ogni modo di mantenere all’interno della Giacchieri almeno i lavoratori in condizioni più disagiate, ma l’azienda non ne vuole sapere”.

“Dal 25 marzo i dipendenti della Giacchieri saranno formalmente licenziati, a causa anche della pessima situazione contrattuale. – dichiara Mauro Sartini, del Dipartimento Provinciale Cisl – “La Cai ha dato disdetta anticipata per questo contratto di appalto. I lavoratori però sono privi di ammortizzatori sociali e clausole contrattuali che li tutelino. Ciò che ci pare assurdo è che se in aeroporto il lavoro continua a crescere, perché venti dipendenti devono essere mandati a casa? Aggiungo che i dipendenti della Giacchieri guadagnano cifre bassissime, parliamo di circa 900 euro al mese, e fanno turni su ventiquattro ore, questo perché l’azienda non ha aderito al contratto Assoaeroporti”.

“Non ci sono regole valide per tutti, non ci sono ammortizzatori sociali per tutti. – affermano i lavoratori – Eppure Adr paventa un raddoppio del numero dei passeggeri, che va di pari passo con il raddoppio dello scalo. Ma di cosa accade ai lavoratori, devastati dalla scure della Cai e delle società più piccole che operano all’interno dell’aeroporto, non v’è certezza”.

“Se non riusciamo ad ottenere risposte – ha dichiarato Massimiliano Di Marco, del Dipartimento Uil Trasporti – chiederemo alla nuova società che subentrerà di assumere i dipendenti della Giacchieri. Abbiamo trenta giorni per poter risolvere la situazione in Regione, e se andasse male speriamo che il sindaco di Fiumicino possa inserirli all’interno del sedime comunale, anche considerando le nuove realtà dell’interporto e del porto turistico”.

Il sindaco Mario Canapini aveva già espresso la propria solidarietà e un incondizionato appoggio da parte di tutta l’amministrazione comunale verso i lavoratori della Giacchieri. Sulla posizione del Comune interviene il consigliere William De Vecchis: “Sono presente qui come rappresentante di tutta l’amministrazione. Il sindaco si è già schierato a favore dei lavoratori, e noi faremo il possibile per supportare nel miglior modo possibile queste famiglie. Vorrei inoltre sottolineare l’impegno dei sindacati presenti, che ancora una volta sono riusciti ad attivarsi per un dialogo costruttivo e propositivo”.

Duri i commenti dei lavoratori. Alessandro fa emergere un quadro inquietante: “Sono stato uno dei primi capiturno del cargo. Negli anni non siamo mai saliti di livello, non abbiamo avuto alcun rinnovo contrattuale né visite mediche, e siamo turnisti. Nel nostro contratto si parla di sinergia, dobbiamo cioè lavorare in qualsiasi settore ci sia bisogno e con diverse mansioni, ma nel momento opportuno hanno comunque deciso di mandarci via”.

Ancora critiche al contratto arrivano da Maurizio, altro lavoratore in mobilità: “La società non ha mai fatto un contratto che potesse tutelarci proprio in casi come questo. Ora ci ritroviamo senza lavoro dopo molti anni, con la difficoltà di trovare una nuova occupazione”.

La situazione per chi vive giornalmente l’aeroporto è seria, tanto che Stefano ipotizza un futuro pesantemente sfavorevole: “Dopo dieci anni in un sindacato confederale ho abbandonato tutto perché non si riusciva ad ottenere nulla. I risultati sono evidenti, ci ritroviamo con venti lavoratori senza tutela sociale che si aggiungono a quelli già in mobilità. Fra qualche anno avremo più dipendenti in mobilità che lavoratori attivi. Se l’aeroporto è in espansione perché riducono il personale assumendo pochi lavoratori precari?”.

Il segretario provinciale Ugl ribadisce un concetto che ben idealizza la realtà aeroportuale: “Secondo l’allegato A della delibera Enac si obbligava ogni società che operava in aeroporto a rispettare degli standard contrattuali. Nel caso della Giacchieri non esiste alcuna tutela, e noi ci siamo battuti per anni, affinché venisse rispettata quella delibera. La battaglia deve riguardare il rispetto delle regole e che siano uguali per tutti. Quando una società perde un appalto non è pensabile mandar via i lavoratori, dovrebbero essere riassorbiti, anche in base alle competenze acquisite, quindi puntando sulla qualità del servizio e non su un basso costo del lavoro. Facciamo appello al Comune di Fiumicino, alla Provincia, alla Regione e all’Enac affinché questo possa realizzarsi, anche perché l’aeroporto è in fase di sviluppo e ha ricevuto finanziamenti importanti dal Governo”.

A conclusione del sit in dei lavoratori, i due delegati sindacali ricevuti da Vitaliano Turrà, il direttore dell’Enac di Fiumicino, hanno portato una presa di posizione forte da parte di Turrà: “Ancora non so chi si aggiudicherà l’appalto, ma mi impegno a cercare di sensibilizzare la nuova società affinché aiuti i lavoratori della Giacchieri”.
Stefania Carlucci