Portualità: messi in mora Regione e Ministero per ottenere il rilascio della concessione

25 marzo 2010 | 19:02
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Portualità: messi in mora Regione e Ministero per ottenere il rilascio della concessione

Anzio – Pronta anche la richiesta di risarcimento del danno

 Il Faro on line Un atto di “intimazione e diffida”  nei confronti della Regione Lazio e del Ministero delle infrastrutture e trasporti affinché si chiuda il procedimento di rilascio della concessione demaniale per il nuovo porto di Anzio.
Lo ha consegnato agli ufficiali giudiziari affinché venga notificato il legale della società pubblica (61% Comune di Anzio, 39% Italia Navigando) che nel 2005 ha avviato l’iter per la realizzazione del porto previsto dal piano di coordinamento regionale e dal piano regolatore portuale vigente.
“Dobbiamo tutelare un percorso fatto, una società pubblica che ha investito dei soldi – spiega il presidente, Luigi D’Arpino – e che da questa inspiegabile situazione sta subendo un danno”. Nell’atto si ricorda il percorso compiuto dalla  “Capo d’Anzio” dalla richiesta di concessione del 10 marzo 2005 alla conferenza dei servizi del 18 febbraio 2009, passando per le “osservazioni” di legge, i pareri previsti e altre due conferenze dei servizi.
Secondo la società “il procedimento aperto a seguito della domanda si è concluso quanto all’approvazione del progetto, avvenuta nella seduta della conferenza dei servizi del 18 febbraio 2009, con determinazione definitiva e inoppugnabile”. Secondo il Dpr 509/97 (la cosiddetta “legge Burlando”) “l’amministrazione competente è tenuta a rilasciare un formale atto di concessione entro trenta giorni,  ma pur considerando la natura ordinatoria di detto termine, il procedimento amministrativo iniziato da tempo non può essere tenuto in sospeso in mancanza di fondate e legittime motivazioni”. Secondo la diffida Ministero e Regione “appaiono alternativamente responsabili della mancata conclusione del procedimento e quindi dei ritardi dell’avvio dei lavori e delle conseguenze pregiudizievoli per gli interessi della società”. Da qui l’intimazione al rilascio della concessione e la diffida a farlo entro trenta giorni. Cosa che difficilmente avverrà, al punto che si avverte “in difetto si darà corso all’azione giudiziaria anche per il risarcimento del danno”.