‘Il Tar ci ha dato ragione: ora aspettiamo le mosse del Comune’

1 maggio 2010 | 05:10
Share0
‘Il Tar ci ha dato ragione: ora aspettiamo le mosse del Comune’

Diorio (Nuovo Domani): ‘Fiumicino necessita di un servizio di protezione civile’

Il Faro on line – La prima sentenza del Tar dà ragione ad Alfredo Diorio, presidente dell’Associazione Nuovo Domani, che gestiva il servizio di Protezione Civile a Fiumicino, e che sta combattendo a suon di ricorsi al Tar e al Tribunale di Civitavecchia, contro il Comune di Fiumicino, che ora dovrà presentare un nuovo bando di gara. I fatti, in parte già noti, si riferiscono al 2008, quando con la determinazione n.213 del Dirigente Area Ambiente e Turismo, si revocava il bando di gara d’appalto per l’affidamento del servizio. Successivamente con la delibera di Giunta n.129/2008 si approvava un “atto di indirizzo” diretto alla predisposizione di uno schema di regolamento comunale di protezione civile, autorizzando il sindaco a formulare con propri atti, disposizioni operative per garantire le funzioni di previsione e protezione di pronto soccorso.

“Dopo la revoca dell’appalto – ha spiegato Diorio in una conferenza stampa – ci fu la necessità di far fronte a tutte le emergenze in vista dell’estate, e il dirigente affidò a “La Croce Alata” tutti i servizi di assistenza ai bagnanti. Noi avevamo tutto il diritto di partecipare alla licitazione privata perché avevamo i requisiti per poter offrire il servizio. Visto inoltre che l’amministrazione aveva deciso di creare una sorta di ufficio preposto, eravamo d’accordo anche sul riunire tutte le associazioni presenti sul territorio, ma siamo stati esclusi a prescindere”.
Affiancata alla sentenza del Tar c’è n’è un’altra del tribunale di Civitavecchia, che condanna il Comune al pagamento di una fattura, per un importo di 18.177,88 euro, per il servizio svolto da gennaio ad aprile, che, ricorda Diorio: “Fu presentata regolarmente da noi, ma dal Comune risposero che non l’avrebbero pagata, senza peraltro fornirci spiegazioni”.

Il Tar ha invece fatto decadere la revoca della gara d’appalto. Si legge nella sentenza: “Il Comune cerca di sanare la palesata illegittimità affermando che il contenuto del provvedimento (quello privato ndr) non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato (…) A giudizio del Collegio, il riferimento non appare congruo, atteso che il legislatore esclude l’annullabilità del provvedimento adottato in violazione di norme sul procedimento solo quando esso ha “natura vincolata” e non può quindi essere diverso, mentre nel caso di specie la revoca di una gara già bandita è chiaramente espressione di un potere discrezionale della Pubblica Amministrazione”.

E ancora: “La discrezionalità amministrativa implica la possibilità dell’Amministrazione di valutare e ponderare i diversi interessi pubblici e privati sottesi ai fini dell’individuazione  del miglior esercizio della propria potestà, dovendo ancor più puntualmente dell’attività vincolata rispondere ai principi di imparzialità e buon andamento di cui all’art. 97 della Costituzione ai fini dell’ottimale perseguimento dell’interesse pubblico generale affidato con il minor pregiudizio possibile degli interessi privati coinvolti”.

In sostanza si mette in discussione la scelta che il Comune ha fatto senza averne l’autorità, e con metodi di dubbia legalità. La sentenza non è definitiva in quanto c’è la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato, ma tutta questa operazione, comprese le sentenze, avrà un costo. E ancora una volta saranno i soldi dei cittadini ad essere utilizzati per sanare gli errori.
L’associazione Nuovo Domani non opera più sul territorio da due anni, con conseguenze disastrose per il parco auto e mezzi, che oltretutto vanta una qualità che non tutti i comuni possono avere, comprati con soldi pubblici. I mezzi, comprese le tipologie che il Comune ora paga a terzi, sono fermi. E non c’è più la disponibilità economica di metterli in regola con le assicurazioni.  
“Ci sentiamo dei perseguitati politici – ha proseguito Diorio – considerando che la Protezione Civile non dovrebbe avere nulla a che fare con la politica. Ci sentiamo offesi nella nostra dignità, moralità e professionalità. Operiamo da moltissimi anni sul territorio, nel 2008 abbiamo fatto 1.700 interventi, fornendo servizio alle spiagge, agli eventi, antincendio e disinfestazioni. Il sindaco diceva che costavamo troppo, ma i 180.000 euro l’anno servivano soprattutto per la gestione dei mezzi. Da due anni non esiste più a Fiumicino un servizio di Protezione Civile, il Comune si rivolge ad esterni senza utilizzare le competenze che già sono presenti sul territorio. Noi ora siamo ad un bivio – conclude – o troviamo un dialogo con l’amministrazione comunale, oppure dopo 27 anni di attività, siamo finiti”.
Stefania Carlucci