Polo turistico: lo sviluppo passa attraverso il litorale

7 maggio 2010 | 15:44
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Polo turistico: lo sviluppo passa attraverso il litorale

Convegno presso l’università Luiss di Roma sui nuovi sistemi di offerta turistica

Il Faro on line – Il futuro di Roma passa da una porta vista mare. Fiumicino ed Ostia, ex periferie degradate, vivranno di nuova luce in un futuro vicino, grazie alla loro posizione strategica che fungerà da “accoglienza” per i turisti di domani, che troveranno in un nuovo circuito turistico, “il secondo polo” come viene definito, le eccellenze e la competitività di una città proiettata verso l’intero globo. Il quadro completo delle opere è stato presentato in un convegno, presso l’Aula Magna “Mario Arcelli” alla Luiss Guido Carli, dal titolo eloquente: “Roma si apre ad un nuovo sistema di offerta turistica”.
Fiumicino in particolare, grazie alla vicinanza all’aeroporto e ai futuri due porti (turistico e crocieristico) farà gli onori di casa.

“Il nuovo porto turistico di Fiumicino è un progetto che affascina per i propri trascorsi storici ma soprattutto per ciò che sarà: un punto di riferimento per la nautica ed il turismo internazionale – esordisce Francesco Bellavista Caltagirone, presidente della società Acqua Marcia, che si occuperà della costruzione del porto turistico – Si chiamerà “Porto della Concordia” per esaltare la volontà comune, al di là del colore politico, di realizzare un’opera che riqualificherà un’area degradata, richiamando un tipo di turismo importante, e con la quale si valorizzerà l’entroterra e il suo importante indotto. La posizione strategica e la capacità di accogliere barche di qualsiasi dimensione, con un’offerta di servizi nautici e di terra all’avanguardia, rendono questa infrastruttura competitiva sul mercato turistico internazionale. In momenti economicamente difficili il rilancio del “sistema paese” non può che passare attraverso il turismo. Il nuovo porto turistico di Fiumicino ne vuole essere un esempio”.

A fianco ad un turismo legato al diportismo, e a pochi passi dal porto, sorgerà il porto commerciale, che avrà anche la possibilità di ospitare navi da crociera. Il progetto è oneroso e ambizioso, come spiega il presidente dell’Autorità Portuale Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, Fabio Ciani: “Il porto commerciale di Fiumicino, rappresenterà, nell’ambito del Network laziale, un’importante occasione per lo sviluppo della portualità regionale, al servizio di Roma e del Sistema Italia. Il nuovo scalo, infatti, consentirà di offrire punti di approdo anche per le navi da crociera, soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole, che non troverebbero possibilità di accosto a Civitavecchia, una volta superato il tetto dei 2.200.000 turisti l’anno. Potrà essere anche l’occasione per riscoprire l’importanza della navigabilità del Tevere, proponendo suggestivi itinerari che prevedano l’arrivo a Roma attraverso collegamenti fluviali e la scoperta delle bellezze di Ostia Antica. L’investimento supera i 250 milioni di euro, difficilmente reperibili in questo momento di grande difficoltà. Anche se alcuni tra i maggiori armatori hanno mostrato interesse verso questo sarà comunque necessario un intervento pubblico mirato a finanziare le opere, in primis i collegamenti ed i raccordi stradali con l’entroterra, previste come prescrizione al piano regolatore portuale”.

L’obiettivo che si pone Roma, è quello di attirare i turisti stranieri, che fino a qualche anno fa erano attirati dall’immenso patrimonio artistico del Belpaese. Negli anni il turismo è stato vittima di un declino, laddove non si è cercato di rivalutare i servizi in base alle nuove esigenze. Ma il futuro sarà roseo, se tutti i progetti andranno in porto. E Roma è pronta ad accogliere i turisti, anche grazie al “Raddoppio dell’aeroporto – come lo definisce il senatore e vicesindaco di Roma Mauro Cutrufo – Che sarà il vero crocevia per i turisti che arriveranno dagli altri Paesi”.

Se Fiumicino avrà importanza strategica, non meno importante sarà il ruolo di Ostia, come si evince dalle parole di Livio De Santoli, preside della facoltà di architettura presso l’Università La Sapienza: “Questa è un’occasione straordinaria per riprogettare quella parte di Ostia, inserendo attraverso un piano di valorizzazione paesaggistica volta alla ristrutturazione energetica, un piano di azione per le energie sostenibili, un piano della mobilità sostenibile e regolamenti edilizi per edifici nuovi e ristrutturazioni. Così come era stato previsto nel progetto Valle Giulia, una metodologia ripresa con ottime possibilità di sviluppo per quell’area”.

E proprio sull’interruzione del progetto di Ostia, così com’era previsto già dagli anni ’20, è intervenuto Renato Papagni, presidente dell’Assobalneari Roma: “E’ la prima volta nella storia moderna di Ostia, che il litorale entra a pieno titolo nel processo di riorganizzazione dell’offerta turistica di Roma. Ma l’excursus storico – che la Assobalneari ha ripercorso in un video – ci dimostra quanto in passato il litorale abbia rappresentato il fulcro di una intensa attività urbanistica ed edilizia, nella quale il mare era una risorsa su cui investire. La riqualificazione del Waterfront, considerata oggi da molte città di mare, la principale politica di sviluppo urbano, rappresenta una straordinaria opportunità per riprendere le fila di un discorso interrotto e per riappropriarsi di un’intuizione che vuole valorizzare la città investendo sulle enormi potenzialità del mare”.
Stefania Carlucci