Droga, trans e politica: abbraccio fatale e da prima pagina

1 luglio 2010 | 17:13
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Droga, trans e politica: abbraccio fatale e da prima pagina

Giovanardi: ‘L’elettorato va garantito sul non uso di droghe da parte di chi ricopre incarichi pubblici’

Pier Paolo Zaccai, il consigliere della Provincia di Roma che avrebbe avuto un incontro con delle trans, è solo l’ultimo di una lunga serie di politici che hanno avuto problemi per quel che facevano nel loro tempo libero od in camera da letto. L’esempio più recente, proprio a Roma, è quello dell’ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Un suo appuntamento con una brasiliana dall’aspetto giunonico, finì, nel luglio scorso, al centro di un tentativo di ricatto ad opera di un gruppo di carabinieri infedeli. La storia di quella estorsione, dei traffici che l’hanno animata e delle molte persone che vi hanno preso parte, è al centro di una minuziosa inchiesta della Procura di Roma. Forse entro l’estate i pubblici ministeri depositeranno gli atti, ma per Marrazzo non ci saranno sorprese, lui è sempre stato parte lesa della vicenda e così rimarrà. Le ipotesi, le congetture, le fantasie su accuse per l’ex governatore sono rimaste tali, argomento per i taxisti, come diceva Maigret.

Il caso Zaccai, in un modo o nell’altro, infrange anche il mito del politico di destra che casomai si accompagna con le prostitute, le amanti o le ballerine, ma “donne al 100%” e non flirta con “mulatte dalla carta d’identità incerta” usando le parole di un onorevole che fu tacciato di sessismo dall’Arcigay, nei giorni caldi della vicenda Marrazzo. E queste ultime cronache, che affondano nei verbali di pronto soccorso e invadono la cronaca rosa, da spiaggia, fanno tornare alla mente una intervista di Vittorio Sgarbi che disse: “La cocaina sono io. Mai presa. Se la cocaina mi vede, si eccita lei. Ma in tutti gli ambienti la prendono. Eccome”. Dall’arte, alla comunicazione, alla politica. La polvere bianca fa tanti adepti. Ed è lei che induce i comportamenti, sollecita i vizi.

Il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi, in una nota, riguardo al caso Zaccai, sottolinea: “La consapevolezza di quanto le sostanze (stupefacenti)  possano inquinare la vita politica, sociale ed economica del nostro Paese richiede da parte di tutti un rinnovato e concorde impegno di educazione, prevenzione e informazione e l’introduzione di strumenti normativi che garantiscano l’elettorato sul non uso delle droghe da parte di chi è chiamato a ricoprire incarichi pubblici”.
Giovanardi richiama alla mente quegli esami clinici a cui si dovrebbero sottoporre i politici. Perché le ultime campagne promosse hanno confermato, del resto, come anche il “Palazzo” non sia esente da interrogativi, dubbi. Sullo sfondo, a condimento del tutto, restano così le questioni che coinvolgono quei rappresentanti della cosa pubblica finiti nell’occhio del ciclone per le loro  frequentazioni fuori seminato.

E nel solco, nella memoria non troppo lontana, c’è il caso di Cosimo Mele, l’ex deputato dell’Udc che in seguito ad un incontro con una escort, in un albergo al centro di Roma, si è ritrovato denunciato per cessione di stupefacenti. Ed ora è sotto processo per quell’accusa, anche se lui l’ha sempre rigettata e la modella che era in sua compagnia quella sera è a giudizio per un tentativo di estorsione a danno proprio dell’ex parlamentare pugliese.

“Tutto per una sera di
festa, nulla più”. E’ la tesi di Gary Hart, il politico Usa degli anni ’80 che bruciò la sua carriera dopo qualche incontro hot con una bella da copertina. Provò a spiegare ed a spiegarsi, ma la sua candidatura naufragò e nessuno volle ascoltare giustificazioni.
(fonte: Ap Com)